La nuova scuola di Tzamberlet si farà
A confermarlo l'assessore regionale alle Opere pubbliche Mauro Baccega
La nuova scuola di regione Tzamberlet si farà. A confermarlo l’assessore alle Opere pubbliche Mauro Baccega nella seduta pomeridiana del Consiglio Valle, rispondendo a un’interrogazione di Chantal Certan (Alpe). Nell’esordire la consigliera ha chiesto lo stato dell’arte sulla realizzazione della struttura. «Vorremmo capire qual è la direzione che intende prendere la nuova maggioranza su questo dossier che risale al 2010 quando venne proposto il progetto di scuola polmone».
La storia
In un primo momento destinato a essere una ‘scuola polmone’ per la ristrutturazione a rotazione degli altri istituti superiori, il prefabbricato, secondo le intenzioni della Regione, diventerà sede del Maria Adelaide e del Manzetti. La decisione dell’amministrazione regionale ha scatenato le proteste dei docenti e dei commercianti di via Torino.
L’assessore Baccega ha ripercorso l’iter del dossier: «Noi avevamo inoltrato al ministero dell’Istruzione alcune note per la concessione di una proroga fino al 2020 del mutuo stipulato per la costruzione della struttura di Tzamberlet che sarà utilizzabile fino alla fine di novembre del 2018. Ora è stata riavviata la procedura per la nomina di una nuova commissione di gara per l’aggiudicazione dell’appalto come richiesto dal Tar».
A rivolgersi ai giudici era stata l’associazione temporanea di imprese giunta seconda (88,540 punti), formata da Consorzio Innova società cooperativa di Bologna, Wood Beton di Iseo (Brescia) e Iti impresa generale di Modena, bloccando di fatto l’aggiudicazione dell’appalto da oltre 18 milioni di euro.
Conclude Baccega: «L’anno perso farà slittare i lavori ma la scuola si farà: vogliamo strutture innovative, nuove, sicure, efficienti per fare in modo che i nostri studenti traggano maggiori profitti».
Replica Certan: «Non avete rivisto la programmazione dell’edilizia scolastica ma soprattutto avviare i lavori per un ulteriore polo scolastico lascia intendere che non interverrete sul polo universitario, lasciando un’altra opera a metà».
(danila Chenal)