Consiglio regionale VdA, cambia il sistema previdenziale
La nuova legge introduce la contribuzione facoltativa
Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha votato lo stop al sistema previdenziale: la legge è stata approvata con i 20 voti favorevoli della maggioranza, 10 astenuti e un contrario (M5s). L’iniziativa legislativa si propone di sopprimere, per i consiglieri regionali eletti a decorrere dalla XV legislatura, il sistema previdenziale e di introdurre la contribuzione facoltativa a favore della previdenza complementare. Inoltre, disciplina la pubblicazione, sul sito istituzionale del Consiglio regionale, dei nominativi e degli importi percepiti dai consiglieri a titolo di prestazioni previdenziali o di assegno vitalizio.
La legge
Il consigliere dell’Uvp Andrea Rosset, nel presentare il provvedimento all’aula, ha ricordato come la Valle d’Aosta abbia abbandonato da tempo (dal 2003) il vecchio sistema del vitalizio calcolato sulla base di una percentuale dell’indennità di carica, anticipando la riforma nazionale che nelle altre Regioni è stata recepita solo a partire dal 2013. Il Consiglio Valle ha successivamente adottato altre iniziative in materia, sempre in un’ottica di riduzione dei costi della democrazia e di trasparenza.
No a proposta M5S
Contestualmente, l’Assemblea ha respinto una proposta di legge del M5S sullo stesso tema. Nell’illustrare la propria proposta di legge, il consigliere pentastellato Roberto Cognetta ha spiegato che l’intento della norma «è quello di ristabilire equità sociale tra la situazione, da un lato, di chi, ex Consigliere, ha il privilegio di avere una rendita anacronistica, del Consigliere in carica che, se lavora ed è in aspettativa, può cumulare due o più pensioni, nonché di chi, grazie alla carriera politica, può cumulare più pensioni; dall’altro lato, la situazione dei normali cittadini, cui vengono richiesti continui sacrifici e che devono barcamenarsi tra le difficoltà quotidiane».
Il Consigliere Fabrizio Roscio (Alpe) ha parlato di «un tema, quello dei costi della politica, molto complesso e spesso strumentalizzato, che non consente ragionamenti sereni. Entrambe le proposte normative a suo avviso non sono soddisfacenti, mancando approfondimenti ad esempio sulle questioni del ritiro del capitale o della cumulabilità, inoltre ci sono gravi lacune riguardanti le modalità di erogazione per i beneficiari in regime retributivo. In sintesi, ha detto Roscio, per il passato non cambia nulla». Ha quindi annunciato il voto favorevole alla proposta del consigliere Cognetta, ritenuta la più condivisibile e la meno ipocrita.