Casinò e Corte dei Conti, l’Uv difende operato amministratori regionali
Casinò di Saint-Vince e Corte dei Conti, l’Union Valdôtaine difende l’operato degli amministratori regionali. Queste le motivazioni evidenziate attraverso una nota.
Il Comité Fédéral dell’Union Valdôtaine, a seguito delle vicende legate alla Casa da Gioco di Saint Vincent ed alle notizie di cronaca relative, alle richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura regionale della Corte dei Conti, a fronte di possibili letture, considerazioni e deduzioni fuorvianti, pregiudizievoli e quindi ingiuste nei confronti degli interessati:
fa presente che non si è ancora aperta la fase processuale e che, pertanto, ogni soggetto coinvolto non è sottoposto ad alcuna condanna.
sottolinea che i provvedimenti contestati riguardano delibere, cioè atti pubblici, assunti e votati in modo chiaro e palese, a seguito di mandati attribuiti dal Consiglio stesso, sulla base di programmi e di piani di sviluppo rivolti esclusivamente a finanziare la casa da gioco,
precisa che le somme investite sono andate a finanziare lavori di messa a norma obbligatoria e di ristrutturazione di beni immobili di proprietà della Regione, dati in uso al Casinò e che la Regione stessa, in quanto proprietaria, aveva l’obbligo di mantenerli funzionali,
rammenta che gli interventi eseguiti sugli immobili hanno contribuito a rivalutarli ed incrementarne notevolmente il valore e che durante tutta la durata dei lavori la Casa da gioco ha continuato ad operare normalmente, senza pregiudizio per le sue entrate,
evidenzia che tutti gli interventi sono stati documentati con fatturazioni e contabilità verificate da tutti gli organi competenti ai quali erano state affidate le responsabilità degli interventi riguardo ai quali non vi sono contestazioni, e che si sono svolti secondo i piani proposti dagli Amministratori del Casinò della Vallée che aveva la responsabilità dell’esecuzione degli stessi,
fa presente che gli Amministratori regionali hanno operato per mantenere operativa e aperta la casa da gioco che ancora oggi è un’azienda di ragguardevoli dimensioni ed occupa oltre 600 persone, che insieme all’indotto derivato contribuiscono ad incrementare significativamente il riparto fiscale della Valle d’Aosta,
considera che le successive azioni, riguardanti il sequestro preventivo dei beni, messo in atto prima ancora dell’apertura del processo, siano intempestive e lesive nei confronti delle persone coinvolte, ipotizzando, a priori, elementi di colpevolezza del tutto inesistenti in assenza di qualsivoglia sentenza,
valuta negativamente la diffusione continua di notizie e di opinioni fuorvianti che fanno venir meno la possibilità di un equo confronto tra le parti il quale non può che avvenire nelle sedi deputate ad ospitare il dibattimento giudiziale,
auspica che gli atti e le informazioni riguardanti la questione in essere siano trattati in futuro nel rispetto delle persone eventualmente coinvolte, alle quali va assicurato il diritto di potersi difendere nelle sedi a ciò opportunamente deputate, evitando la diffusione di notizie, di opinioni o di supposizioni che nulla hanno a che vedere con l’iter dei procedimenti in corso.