Scuola, insegnanti diplomati magistrali oggi a Torino
Nel pomeriggio di oggi, venerdì 23 marzo, presidio con i colleghi piemontesi e di Parma che rischiano di essere definitivamente esclusi dalle graduatorie e quindi licenziati; in Valle, sono un centinaio.
Ci saranno anche alcune insegnanti valdostane oggi, a Torino, al presidio organizzato sotto la sede Rai, in attesa del parere definitivo dell’Avvocatura di Stato, sulla setenza del Consiglio di Stato che estromette dal mondo della scuola circa 50 mila insegnanti nel Bel Paese, un centinaio dei quali nella nostra regione. Di questi, circa 7 mila della scuola primaria e dell’infanzia sarebbero licenziati e per i restanti 43 mila si profila un futuro da precari a vita.
Oggi, venerdì 23 marzo è infatti prevista la pronuncia definitiva dell’Avvocatura sulla vicenda che prospetta due strade: una risoluzione oppure il licenziamento.
Il presidio di oggi arriva dopo diverse manifestazioni di protesta, iniziate proprio nel capoluogo piemontese all’indomani della sentenza e proseguiti anche con tre giornate di sciopero.
«Chiediamo una risposta definitiva a una situazione oscena che va avanti da mese, in un mare di incertezze e di interpretazioni giuridiche – commentano Giulia Biazzetti e Irene Scalise a nome del Coordinamento Diplomati Magistrali Aosta -. Non abbasseremo la testa sino a quando tutti i diplomati magistrali non saranno salvaguardati ed è per questo che oggi pomeriggio saremo a Torino con i nostri colleghi».
A fine febbraio, una delegazione di dieci insegnanti del Comitato aveva partecipato al corteo di protesta nella Capitale promosso da Cobas, Cub, Unicobas e Usb per chiedere al futuro Governo italiano, attenzione al mondo del precariato.
La presenza delle insegnanti valdostane esulava dall’appartenenza alle sigle sindacali, ma aveva inteso rappresentare l’indignazione per la sentenza del Consiglio di Stato e per il precariato storico della scuola.
Non soltanto la richiesta di stabilizzare maestre e maestri della scuola dell’infanzia e della primaria, ma anche la necessità di garantire la continuità didattica ai bambini e alle famiglie.
Non solo, gli insegnanti scesi in piazza e il personale ATA chiede il pieno recupero salariale (quasi dieci anni di vacanza contrattuale), la conservazione del posto in ruolo e nelle graduatorie a esaurimento e la riapertura della fase transitoria per i precari abilitati e per chi raggiunge i tre anni di servizio.
Nella foto, le insegnanti valdostane che a fine febbraio hanno partecipato al corteo nella Capitale, davanti alla sede del Miur.
(c.t.)