La Valle d’Aosta fra 12 anni, Agenda 2030 la ipotizza in un libro
Pubblicato da End edizioni, il libro descrive in 140 pagine le politiche per una regione più sviluppata, più eco-sostenibile
L’Agenda 2030 per la Valle d’Aosta, la regione ipotizzata da Rete democratica, diventa un libro edito da End Edizioni. Il contributo di una cinquantina di autori in 140 pagine, otto capitoli e due approfondimenti è stato presentato nella serata di oggi alla Cittadella dei giovani di Aosta.
Nel presentare la pubblicazione dal sottotitolo ”Un futuro da immaginare, una realtà da costruire” Maria Pia Simonetti ha sottolineato: «abbiamo rimarcato come le idee dei numerosi estensori siano avanti con i tempi lungimiranti. Siamo in molti a volere alzare lo sguardo dai piedi per guardare al futuro». E aggiungere: «il volume traccia un percorso chiaro, reale, confortante e necessario».
L’editrice Viviana Rosi ha spiegato di «aver raccolto la sfida per innescare un dibattito fuori dalle stanze dei bottoni su temi legati al sociale e alla politica». «Il libro descrive – ha detto
I contenuti
Fabio Protasoni nel suo intervento – come vorremmo fosse la Valle d’Aosta tra 12 anni. Gli scenari sono possibili, concreti e la visione è fatta di punti, di contenuti e di temi». Nel 2030 l’Agenda immagina asili nido più qualificati, più donne in politica e nei luoghi decisionali; punta alla riconversione della Cogne, al turismo culturale ed escursionistico, alla creazione di 1400 posti di lavoro con una disoccupazione che scende al 5%. «Per farlo – ha spiegato Piero Lucat – abbiamo ipotizzato azioni che riguardano il lavoro in rete, la manutenzione del territorio, la maggiore ricerca e il migliore utilizzo di fondi europei, il ripristino dell’Agenzia regionale del lavoro e il patto di inclusione».
Per la sanità le soluzioni sono individuate nella telemedicina, nell’assistenza territoriale e nella creazione di reti di coordinamento contro la povertà». Per l’ambiente l’Agenda prospetta la riduzione del 30% delle emissioni inquinanti, il raggiungimento del 90% della raccolta differenziata, la creazione della Fabbrica dei materiali e la realizzazione di una ferrovia elettrificata da Pont-Saint-Martin a Courmayeur. Un capitolo è destinato alla cultura, dove il Forte di Bard diventa Ente culturale di interesse culturale europeo, alle nuove tecnologie e alla scuola che «è luogo dove la comunità si riconosce e progetta il suo futuro» ha sostenuto Silvana Viérin. Tra le proposte la revisione delle Adaptations, un nuovo ruolo dell’università e le biblioteche «viste come presidi del territorio» secondo Donato Arcaro.
(Foto, da sinistra: Fabio Protasoni, Maria Pia Simonetti, Piero Lucat, Donato Arcaro, Silvana Viérin e Viviana Rosi)