Casinò: sindacati chiedono rispetto degli accordi o è rottura
POLITICA & ECONOMIA
di Danila Chenal  
il 25/07/2018

Casinò: sindacati chiedono rispetto degli accordi o è rottura

Sui sei milioni per la fine del mese l'assessore Stefano Aggravi ribadisce la necessità di conoscere il bilancio

Sul casinò i sindacati reclamano il rispetto degli accordi o sarà rottura. «Al momento non ci sono gli elementi. Audiremo il manager». Torna a ribadire l’assessore alle Finanze Stefano Aggravi  nella riunione che ha visto a confronto, a palazzo regionale, le organizzazioni sindacali,  l’assessore alle Finanze, i capigruppo consiliari e il presidente della Giunta Nicoletta Splegatti. Sul tavolo la situazione del casinò di Saint-Vincent in attesa della terza tranche da sei milioni di euro di finanziamenti regionali.

Savt, rispetto degli accordi

A esordire Claudio Albertinelli:  «Non siamo qui a battere cassa ma a chiedere  che siano rispettati gli accordi». «Da una parte sono diminuiti i costi di gestione grazie ai tagli ai contratti del personale, dall’altra l’azienda non cresce. L’azienda non ha trovato i 15 milioni. Bisogna metterla in grado di funzionare» prosegue Albertinelli e rincara: «l’accordo con la De Vere sta facendo acqua da tutte le parti e rischia di tradursi unicamente in un costo per l’azienda». Denuncia, nel concludere: «Se non arrivassero i sei milioni di euro sarebbero ancora una volta i dipendenti a pagare».

Uil, 500 famiglie con il fiato sospeso

Interviene Tino Mandricardi (Uil) lamentando il fatto che «il  managment  è latitante perché non ha le risposte che noi abbiamo bisogno di avere. L’unico modo che abbiamo di comunicare in maniera diretta è avere rapporti con il managment. Noi abbiamo 500 famiglie al Casinò alle quali dobbiamo dare  risposte chiare. Oggi abbiamo molta nebbia davanti e le sale vuote. Qualcuno si è preso l’onere di riempirle. O lo fa e se  ne va».  Comunica Mandricardi che dal 2015 a oggi sono andati in pensione cento persone.

Snalc, nessuna crescita

Giorgio Bertoldo (Snalc) torna a ripetere che «i  lavoratori si sono messi in discussione e dall’altro non c’è stato un piano di rilancio. Il tentativo di crescita non è avvenuto e non sta avvenendo. Se non arrivano i sei milioni credo che possiamo chiudere il casinò» e chiede alla Giunta «se ha un’alternativa».

Cgil, poca correttezza

Lamenta la mancanza di chiarezza  e correttezza da parte dei vertici della casa da gioco Vilma Gaillard (Cgil). «Noi abbiamo preso un impegno forte sull’abbattimento dei costi del personale e non è stato facile, ha creato forti lacerazioni all’interno dei lavoratori. Se vengono a meno gli impegni presi dalla Regione, chiediamo cosa sarà il casinò di domani».

Ugl, accordo da impugnare

Tommaso Auci (Ugl) ricorda che l’accordo del 10 luglio 2017 è stato a tre.  «Siamo partiti da un bluff, dalla minaccia di licenziamento di 264 persone. Con  duecento persone in meno il casinò non può funzionare. Non vorremmo ritrovarci a impugnare l’accordo sottoscritto un anno fa».

Cisl, déjà vu

«Non vorrei vedere una riproposizione del film che vedemmo con Lorenzo Somma quando si arrivò a ipotizzare il licenziamento di 264 persone». A sospettarlo è  Giorgio Piacentini (Cisl) che prosegue: «Continuiamo a metterci delle pezze ma il buco diventa sempre più grande».  Chiede al governo regionale: «Ma volete ancora una casa da gioco in Valle d’Aosta? Se sì di quali dimensioni lo volete. Avete una strategia a medio e lungo termine? A oggi il managment ha fallito e gli unici a pagare sono stati i lavoratori. In un’azienda normale a fronte di un’uscita di lavoratori ci deve essere una riorganizzazione strutturale. Non si può andare a spanne».

La replica

Torna a ribadire l’assessore Aggravi. «Sul discorso dei dati il manager è stato sollecitato, c’è stata disponibilità dell’azienda. La struttura sta verificando l’operato della De Vere. Ribadisco che la Regione è socio e ha la volontà di verificare lo stato dell’arte per abbozzare le linee per il medio e lungo termine.  Non è che manchi un timbro ma un documento funzionale (il bilancio) per tirare le fila, per vedere se il piano di rilancio è stato applicato. Non si banalizzi sui dati. Al momento non ci sono gli elementi. Audiremo il manager». Ammettono tutti, minoranze incluse, la delicatezza del dossier.
(danila chenal)

Bus per Milano in ritardo di un’ora, l’autista rifiuta di trasportare una cagnolina di media taglia
Alla stazione dei bus di Verrès, oggi pomeriggio, sono intervenuti i carabinieri. Il cane era autorizzato a viaggiare e lo aveva già fatto senza problemi l'antivigilia di Natale per raggiungere la Valle da Lampugnano
il 27/12/2025
Alla stazione dei bus di Verrès, oggi pomeriggio, sono intervenuti i carabinieri. Il cane era autorizzato a viaggiare e lo aveva già fatto senza probl...