Casapound: il saluto romano di Aiello scatena la polemica
Una vecchia foto del 2016 torna a girare sui social network e suscita immediate reazioni
Casapound: il saluto romano del consigliere comunale di Aosta Lorenzo Aiello scatena la polemica.
Torna alla ribalta sui social network una vecchia foto dell’inaugurazione della sede di Casapound ad Aosta che risale al 2016. Al centro della foto, che ritrae un gruppo di persone con il braccio destro alzato, tra le quali Aiello.
La reazione di Potere al popolo
In una lettera indirizzata al sindaco Fulvio Centoz e al presidente del consiglio comunale Michele Monteleone, Potere al popolo Valle d’Aosta stigmatizza l’accaduto: «Riteniamo – si legge nel comunicato – che certi atteggiamenti da parte di chi siede nelle istituzioni siano inaccettabili. Il saluto romano è un gesto che inneggia a un concetto di violenza e di assolutismo che può generare un pericolo per l’ordine pubblico e per i valori su cui si fonda la democrazia. Esiste ancora oggi una legge che lo condanna».
La lettera chiede agli organi istituzionali del capoluogo che vengano presi «i dovuti provvedimenti affinché simili atteggiamenti da parte di chi siede in municipio non si verifichino mai più».
La foto
A condividere la foto sul suo profilo Facebook era stata, domenica scorsa, il consigliere regionale Daria Pulz: «Di questa foto, – scriveva il consigliere – oltre alla sensazione di disfatta delle Istituzioni locali e della tanto esaltata Autonomia che non ha saputo sviluppare gli anticorpi, mi colpiscono i sorrisi, soprattutto quelli femminili: chissà se queste ragazze sono coscienti di inneggiare a uno dei regimi totalitari più maschilisti e sessisti della storia». La foto aveva suscitato la reazione indignata di numerose persone, tanto che qualcuno l’ha addirittura segnalata.
La risposta
Immediata era stata anche la risposta del consigliere di Casapound: «Sono dispiaciuto – ha esordito Aiello – che qualcuno abbia dovuto passare la domenica a sfogliare le foto delle nostre vecchie pagine, ma per dimostrare cosa poi? Che ci ispiriamo al fascismo? Accidenti, che intuito, che spirito investigativo! Ci sono giusto quelle 2/3000 interviste in cui siamo noi a confermare questa cosa. È interessante come la nevrosi antifascista le faccia vedere i fascisti immaginari in consiglio con tanto di reazione bacchettona e poi ci regala la lista di proscrizione della domenica». E infine l’invito finale: «Vuole combatterci? Accetti un confronto pubblico. Decida lei sia il posto sia il tema è dimostrateci quanto vale ancora questo sbandierato “monopolio culturale della sinistra”».
(la foto incriminata)
(simona campo)