‘Ndrangheta, ecco i 16 destinatari di misura cautelare
Marco Sorbara, Nicola Prettico e Monica Carcea
CRONACA
di segreteria il
24/01/2019

‘Ndrangheta, ecco i 16 destinatari di misura cautelare

Il gip di Torino, Silvia Salvadori, ha disposto l'applicazione della misura cautelare nei confronti di sedici persone; nell'ambito dell'operazione Geenna.

Nell’ambito dell’operazione Geenna, il gip di Torino, Silvia Salvadori, ha disposto l’applicazione della misura cautelare nei confronti di sedici persone.

I nove valdostani

A scuotere la politica in Valle, gli arresti di tre amministratori: il consigliere regionale ed ex assessore comunale di Aosta, Marco Sorbara, il consigliere comunale Nicola Prettico e l’assessora del comune di Saint-Pierre, Monica Carcea.

Per quanto riguarda Carcea e Sorbara, l’accusa è quella di concorso esterno in associazione di tipo mafioso.

Prettico, secondo gli inquirenti, faceva invece parte di una «struttura delocalizzata e territoriale della ‘ndrangheta, denominata “locale”». Il consigliere unionista è quindi indagato per associazione di tipo mafioso e, in base a quanto si legge nell’ordinanza del gip, «aveva il ruolo di partecipe in quanto si metteva a disposizione di chi svolgeva ruoli e compiti direttivi e organizzativi. Partecipava alle discussioni e alle dinamiche relative ai momenti essenziali per la vita dell’associazione, discuteva con gli esponenti di vertice del sodalizio in merito alla commissione dei reati fine, interveniva per risolvere i problemi di soggetti contigui al sodalizio, si recava in Calabria a portare informazioni e “ambasciate” necessarie per la vita del sodalizio». Inoltre, nel documento si legge che Prettico «entrava a far parte di una loggia massonica per incrementare la rete di relazioni e contatti con esponenti della società civile e consolidare la presenza sul territorio».

Oltre ai tre politici, la misura cautelare della custodia in carcere è scattata anche per Marco Fabrizio Di Donato (51 anni, residente ad Aosta), altro membro del locale che, in base a quanto emerso dalle indagini, «svolgeva ruoli di promozione, direzione e organizzazione» per il “locale. Inoltre, Marco Di Donato, è indagato per estorsione. Del locale, fa parte anche Roberto Alex Di Donato (42 anni, residente ad Aosta); quest’ultimo, secondo le Forze dell’ordine, «aveva il ruolo di partecipe».

Antonio “Tonino” Raso (51 anni, residente ad Aosta), noto ristoratore aostano, «svolgeva ruoli di promozione, direzione e organizzazione» all’interno del “locale”. Inoltre, Raso «sopraintendeva e controllava il comportamento dei giovani calabresi residenti in Valle d’Aosta, decideva le strategie finalizzate a garantire l’appoggio elettorale ai candidati alle competizioni elettorali locali e regionali, controllava che i lavori nel settore dell’edilizia privata venissero assegnati alle ditte da loro indicate e interveniva in prima persona per ottenere tale risultato, interveniva per condizionare l’azione di alcuni amministratori locali del Comune di Saint-Pierre». Sempre secondo gli inquirenti, il ristoratore «entrava a far parte di una loggia massonica per incrementare la rete di relazioni e contatti con esponenti della società civile e consolidare la presenza sul territorio» e «partecipava alla commissione di reati in materia elettorale».

Un altro membro del locale è Francesco Mammoliti (48 anni, residente a Saint-Vincent): «Mammoliti aveva il ruolo di partecipe» – si legge nell’ordinanza del gip. In aggiunta, «controllava e gestiva il settore del commercio ambulante dei venditori calabresi che si recavano in Valle d’Aosta a esercitare la loro attività, garantendo loro posti ove sistemarsi lungo la pubblica via».

Anche Alessandro Giachino (41 anni, residente a Aymavilles) è stato classificato dagli inquirenti come «partecipe» del locale aostano.

L’ultimo membro del locale è Bruno Nirta (61 anni), residente a San Luca, che «svolgeva ruoli di promozione, direzione e organizzazione». Nirta è anche indagato per traffico illecito di droga.

Tutti i membri del “locale”, sono indagati per associazione di tipo mafioso.

L’ultimo valdostano coinvolto nella vicenda è Salvatore Filice (52 anni, residente ad Aosta), indagato per tentata estorsione aggravata. Nei confronti di quest’ultimo, comunque, il gip ha respinto la richiesta di applicazione di misure cautelari.

Gli altri indagati

Oltre al già citato Bruno Nirta, arrestato in Calabria, gli altri indagati sono Francesco D’Agostino (58 anni, di Caselle), Roberto Fabiani (46 anni) e Ludovico Lucarini (62 anni), entrambi residenti a Piossasco. A Torino, è stato anche arrestato l’avvocato Carlo Maria Romeo.

In Calabria, è finito agli arresti domiciliari Rocco Rodi, quarantacinquenne residente a Bovalino.

Due destinatari della misura erano già ristretti

Al momento dell’esecuzione delle misure cautelari, Bruno Trunfio e Vincenzo Argirò erano già detenuti.