Riforma legge elettorale comunale: Rete civica scettica sulle proposte degli enti locali
Il gruppo consiliare Rete Civica-Alliance Citoyenne rileva come alcuni aspetti evidenzino molte criticità e non siano in gran parte condivisibili
Gli enti locali valdostani chiedono di rimettere mano alla legge elettorale comunale in vista dell’appuntamento con le urne del 2020 e il gruppo consiliare Rete Civica-Alliance Citoyenne invita a non fare passi indietro. Tra le proposte dell’assemblea dei sindaci l’elezione diretta del sindaco e del vicesindaco in tutti i comuni; l’abolizione della rappresentanza di genere nelle giunte; l’eliminazione anche della preferenza di genere e quota minima di genere nella composizione delle liste elevata al 30%.
Presa di posizione
Cosi Rc-Ac. «Innanzitutto sulla rappresentanza di genere. L’ipotesi del Cpel prevede la conferma del sistema delle tre preferenze; l’eliminazione dell’obbligo della preferenza di genere. La legge attuale stabilisce che, esprimendo tre voti personali, il terzo debba per forza essere attribuito a un genere diverso. Inoltre la proposta del Cpel intende abolire l’obbligo della rappresentanza di genere in Giunta. «Con queste modifiche la Valle d’Aosta diventerebbe l’unica regione italiana a non garantire la presenza dei due sessi nel governo del Comune».
E’ quanto dichiarano i Consiglieri Chiara Minelli e Alberto Bertin. Proseguono i due. «Noi riteniamo che questo comporterebbe un grave passo indietro, rispetto alla normativa vigente. Ci è stato detto che il 6 febbraio scorso le donne facenti parte degli esecutivi sono state convocate dal Cpel per discutere della questione e che si sarebbero espresse all’unanimità per l’abolizione della preferenza di genere. Peccato che fosse presente un numero limitato di sindache/assessore – due delle quali contrarie – e che le consigliere non fossero state invitate».
Lo scrutinio dei voti
Secondo il Cpel lo spoglio centralizzato dovrebbe essere limitato alla città di Aosta; nei comuni con tre o quattro sezioni elettorali non verrebbe introdotto. «A nostro avviso lo spoglio centralizzato è un modo per garantire ulteriormente la libertà di voto; anche nei Comuni con tre o quattro sezioni, cosa che purtroppo non sempre avviene».
Sui mandati, l’Assemblea degli enti locali conferma poi il proprio favore al limite dei tre mandati per la carica di sindaco, ma prevede la possibilità per chi abbia superato tale limite di entrare in Giunta. «Una gestione dell’amministrazione più vicina al modello medievale del feudo che ad una amministrazione del XXI secolo, che non garantirebbe un adeguato ricambio della cosa pubblica». Infine la questione delle indennità. Si chiede l’aumento del 50% dello stipendio ai sindaci e del 100% ai presidenti delle Unité des communes. «Si tratta di percentuali che RC-AC ritiene troppo elevate. Pur nella consapevolezza dell’aumento delle responsabilità di sindaci e membri degli esecutivi».
«Il gruppo consiliare Rete Civica-Alliance Citoyenne rileva come questi aspetti evidenzino molte criticità e non siano in gran parte condivisibili».
(re.newsvda.it)