Aosta, aggressione verbale in ospedale: «Vorrei un crocifisso più grande per uccidere i mussulmani»
La vittima è un cittadino italiano le cui origini «saltano immediatamente agli occhi»
«Vorrei che il crocifisso fosse più grande per uccidere tutti i mussulmani». È quanto avrebbe detto un uomo, rivolgendosi a un cittadino italiano con tratti mediorientali.
Il fatto – raccontato da una donna – avrebbe avuto luogo nell’ospedale di Aosta.
Il post su Facebook
La donna, ex moglie della “vittima”, ha scritto un post sul gruppo Sei di Aosta se…: «Buongiorno pur essendo di Torino amo da morire la vostra città, tanto da recarmi anche nel vostro ospedale». Proprio lì, nella mattinata di mercoledì 24 aprile, nel reparto di chirurgia bariatrica «entro a fare la visita e lascio in sala d’attesa il mio ex marito ad aspettarmi. Quando esco, lo trovo con le lacrime agli occhi e mi dice “andiamo via per favore”».
Alla richiesta di spiegazioni della donna, l’ex marito avrebbe raccontato che «in sala d’aspetto, un signore, guardando il crocifisso, ha detto testuali parole “vorrei che il crocefisso fosse più grande per uccidere tutti i mussulmani”». Secondo la donna, l’uomo si sarebbe rivolto all’ex marito perché «è facilmente riconoscibile. Le sue origini saltano immediatamente agli occhi».
«Maleducato e due volte violento»
«Ora vorrei dire al maleducato in questione che è due volte violento – scrive ancora la donna – .Usa il simbolo più alto per noi cattolici per inneggiare alla violenza, ne più ne meno di ciò che fanno i terroristi islamici». Inoltre, «usa esattamente lo stesso modo di agire violento dei terroristi islamici».
La “vittima” è un cittadino italiano
Nel post, la donna ringrazia «di cuore a tutta la dirigenza della chirurgia bariatrica, che ha porto le scuse a nome di questo incivile».
Secondo quanto riferisce la donna, l’uomo sarebbe stato individuato: «Ovviamente il personale dell’ospedale non può fornirmi le generalità, ma le può fornire ai Carabinieri. Ora, in attesa della prossima visita, medito se cercare una Caserma».
Nelle ultime righe del post si legge: «Chi si permette di trattare così un cittadino italiano, ripeto cittadino italiano, che da 30 anni paga le tasse e ha creato dei posti di lavoro nella nostra Italia a cui, dopo questo episodio, sono un po’ meno onorata di appartenere».
(f.d.)