Mozione di sfiducia a Baccega: non passa ma Bertin diserta l’aula
La collega di movimento Chiara Minelli invece si astiene
Non passa la mozione di sfiducia contro l’assessore regionale alla Sanità Mauro Baccega. Maggioranza compatta a 17 e 2 astensioni lo salvano. Diserta l’aula del Consiglio Valle Aberto Bertin (Rete civica) mentre si astiene la collega di movimento Chiara Minelli. Il percorso tecnico tra i 17 + 2 si presenta arduo da affrontare. M5S come annunciato vota a favore. Conferma l’astensione Daria Pulz. Dice sì alla sfiducia l’ex collega di maggioranza Claudio Restano insieme a Mouv’ e Lega Valle d’Aosta.
La difesa di Baccega
Così l’assessore Baccega. «Il gran manovratore (leggi Leonardo La Torre) cerca di colpire. Certo per voi, Mouv’ e Lega, l’occasione era troppo ghiotta per dare il colpo di spugna a questa maggioranza. Io me lo aspettavo: 84 attività ispettive in poco più di 5 mesi lo facevano sospettare. E’ davvero una delega complessa. Con questa mozione avete messo sotto accusa un intero sistema che si sta dando da fare per recuperare le posizioni perdute. Voi avete mortificato i coordinatori e l’intera squadra, i medici e tutto il personale. Ho messo intorno a me persone che hanno dato risposte. Esistono criticità sulle quali stiamo lavorando. Non abbiamo nascosto nulla ai valdostani. Non posso accettare che mi diate del bugiardo. Le strutture che non presentano criticità sono passate da 11 a 22. Abbiamo una buona sanità tutto sommato. Il vostro è un allarmismo ingiustificato. La porta dell’assessorato è aperta a quanti vorranno collaborare».
Alcuni interventi
«Ci stiamo dimenticando che al centro del sistema sanitario c’è il cittadino. E’ necessario un piano di imprenditorialità sociale; di innovazione sociale che sia in grado di farsi carico dei nuovi bisogni». Così Maria Luisa Russo (M5S) che alla fine del suo intervento suggerisce un assessore tecnico. Per Claudio Restano (Gm). «Il settore della sanità non è il suo, assessore Baccega. Lei ha una predisposizione naturale verso l’assessorato alle Opere pubbliche. Detto questo non credo la strada giusta sia quella di un assessorato tecnico. L’assessore può dare indirizzi, erogare somme. Se non lo fa diventa responsabile anche di ciò che non gli compete. La nostra azienda sanitaria è gestita da un commissario. La prima responsabilità politica è risolvere la questione. Vi fosse un direttore generale potrebbe lavorare meglio».
«Mi sono lanciata a capofitto e ho conosciuto tutta una serie di tematiche che non erano state portate a termine. E’ un settore assai complesso» parla del suo ex ruolo di assessora alla Sanità Chantal Certan (Alpe).
«Noi non mettiamo i problemi in un cassetto; noi ne vogliamo discutere perché vogliamo risolverli. E’ una mozione politica, caro collega Cognetta, che non ha nulla a che vedere con la sanità: è un déjà vu. La regia è sempre la stessa. Il disegno è andare nella bagarre più totale. Mi fa piacere che una parte della minoranza non si sia fatta prendere in giro». Puntualizza il capogruppo dell’Uv Luca Bianchi.
Drastica Nicoletta Spelgatti (Lega). «Bisogna togliere la politica dalla sanità. E’ stata utilizzata come bacino di voti e ora versa in uno stato catastrofico. Noi ragioniamo sulla base di dati oggettivi. Invece oggi si guarda agli amici degli amici e questa è la causa principale della fuga dei medici e del malcontento tra gli operatori».
(danila chenal)