Casinò, Aggravi e Cognetta all’attacco: i 48 milioni non saranno restituiti a Finaosta
«I 48 milioni a Finaosta non saranno restituiti». Ne sono convinti i consiglieri regionali Stefano Aggravi (Lega) e Roberto Cognetta (Mouv). I due sono andati all’attacco questa mattina a margine della riunione della II Commisione del Disegno di legge, varato dalla Giunta regionale, che trasforma il credito di 48 milioni di euro di Finaosta in apporto di capitale, tramite la sottoscrizione di uno Strumento Finanziario Partecipativo.
Le Commissioni approvano a maggioranza
La seconda Commissione “Affari generali” ha espresso parere favorevole a maggioranza (UV, AV, SA), con l’astensione del M5S, sul disegno di legge che contiene disposizioni urgenti per Casinò de la Vallée SpA, presentato dalla Giunta regionale venerdì 21 giugno scorso. I gruppi consiliari Lega Vallée d’Aoste e Mouv’ non hanno partecipato al voto. Anche la quarta Commissione “Sviluppo economico”, riunita subito dopo la seconda, ha espresso parere favorevole a maggioranza (UV, AV, SA, RC-AC), con l’astensione dei gruppi M5S e Misto (la Lega VdA non ha partecipato al voto).
Entrambe le Commissioni hanno nominato il Consigliere Giovanni Barocco (UV) relatore del disegno di legge.
Il provvedimento legislativo, che si compone di tre articoli e due allegati, reca le determinazioni della Regione in merito ai 48 milioni di crediti postergati, derivanti dai contratti di mutuo stipulati negli anni in favore di Casinò de la Vallée per il tramite di Finaosta e destinati al finanziamento del piano di investimenti per la ristrutturazione della Casa da gioco e del Grand Hôtel Billia.
«È una proposta importante – commenta il Presidente della seconda Commissione, Pierluigi Marquis (SA) -, assunta nell’alveo della procedura concordataria, che dà una risposta fortemente tecnica ad una richiesta del Commissario giudiziale il quale ha chiesto alla Regione di pronunciarsi sui 48 milioni, ovvero se mantenere il credito o rinunciarvi definitivamente. Per noi è fondamentale tutelare sempre il patrimonio dell’ente pubblico: questa iniziativa mira a mantenere vivo il credito del Casinò, perché noi crediamo debba essere rivendicato dalla Regione e una volta conclusa la procedura concordataria, che noi riteniamo possa seguire un percorso positivo, la Casa da gioco dovrà restituire queste risorse alla Regione che le ha anticipate attraverso dei prestiti.»
«Si tratta di un’iniziativa anche orientata a dare un messaggio di fiducia ai creditori, che sono chiamati in questo frangente a esprimersi sull’approvazione del piano concordatario – conclude Pierluigi Marquis -. Non risulta comprensibile la linea irresponsabile di Lega e Mouv’, che si sono sottratti all’espressione del voto su un argomento di tale rilevanza sia per la salvaguardia dell’interesse del patrimonio dell’Amministrazione regionale sia nei confronti del buon esito della procedura.»
«In quarta Commissione – aggiunge il Presidente Giovanni Barocco (UV) – c’è stato un dibattito approfondito su di un dossier importante per la Valle d’Aosta e per i valdostani. La questione è stata sviscerata dal punto di vista politico e tecnico. Con questa procedura i valdostani potranno rivedere le risorse che la Regione ha trasferito al Casinò. Cinque anni sono lunghi ma ci sono tutte le condizioni affinché, dopo i tanti sacrifici chiesti alle maestranze, la Casa da gioco torni ad essere un’azienda in attivo per l’economia della Valle d’Aosta.»
Aggravi e Cognetta all’attacco
«Questo debito – proseguono i due consiglieri – si è accumulato nel tempo a fronte di finanziamenti erogati senza certezza di rimborso tenuto conto del fatto che il Casinò accumulava anno per anno significativi passivi di bilancio. Chi in assemblea si è trovato a votare il bilancio 2018 con il famoso debito postergato ha sulla propria testa la spada di Damocle della Corte dei Conti che nella sentenza di primo grado non ha considerato in sede di condanna il mancato rimborso del debito di 48 milioni in quanto non era ancora certo il mancato rimborso».
«Cosa succederebbe se questo debito non fosse onorato? – si chiedono Aggravi e Cognetta -. In questo caso sarebbero i politici di allora a dover pagare! Così nasce il disegno di legge 31».
I quesiti di Aggravi e Cognetta
I due consiglieri pongono alcune domande. «Un delegato del tribunale è stato coinvolto nella scelta dell’Sfp quale strumento per conservare il valore dei 48 milioni?»
«Perché si è scelto l’Sfp quando questo strumento è solitamente utilizzato come altra forma di finanziamento o di partecipazione di aziende in salute e che crescono? Ricordiamo che il Casinò sta attraversando uno stato di crisi».
«Il 9 luglio prossimo ci sarà l’assemblea dei creditori: l’emissione di un Sfp può rappresentare un fattore di rischio da considerare in relazione all’eguale trattamento di tutti i creditori?»
«Un Sfp rispetta i dettami della Legge Madia che dice espressamente che non si possono finanziare in alcun modo delle società in passivo da più di 3 esercizi?».
La replica delle forze di governo
«Risultano incomprensibili le ragioni per cui i due consiglieri siano contrari ad un atto che eviterà di far perdere 48 milioni di euro alla Regione e ai valdostani – replicano con una nota congiunta le forze di governo -. Perché rinunciare a questa possibilità? Perché buttare via i soldi? C’è forse un disegno che vorrebbe pregiudicare il salvataggio della Casa da gioco?» «Il nostro percorso è chiaro: questo atto, che risponde ad una precisa richiesta del Commissario giudiziale, è un tassello fondamentale per l’accoglimento del concordato, per evitare di perdere i 48 milioni di crediti e per dare continuità al Casinò.» «Prendiamo le distanze da questi atteggiamenti disfattisti che sembrano avere come unico obiettivo quello di far fallire la Casa da gioco. La verità emergerà presto: il tempo è galantuomo.»
(re.newsvda.it)