Parapendio sul Monte Bianco: la Regione chiede divieto sul versante italiano
La settimana scorsa, un parapendista francese ha perso la vita precipitando in un crepaccio
Stop alle attività di parapendio sul versante italiano del Monte Bianco. Lo ha chiesto il presidente della Regione Antonio Fosson – in accordo con il Capo della Protezione civile regionale Pio Porretta – all’Ente nazionale per l’aviazione civile.
La richiesta arriva dopo l’incidente sul lato sud del Monte Bianco che, lo scorso 26 giugno, ha provocato la morte di un pilota francese.
«Le correnti ascensionali dovute al calore anomalo di questi giorni – ha spiegato Fosson – attirano numerosi appassionati del parapendio che decollano da Chamonix sfruttando le correnti favorevoli del versante francese: queste stesse correnti però diventano molto pericolose non appena la vela oltrepassa i 4.800 metri della vetta del Monte Bianco. Inoltre, considerato che durante la stagione estiva gli interventi di soccorso possono essere numerosi, la presenza delle vele costituisce un fattore di disturbo e di pericolo per lo svolgimento delle operazioni rendendole lunghe e difficoltose».
Nella richiesta sono stati elencati i limiti areali e altimetrici della zona da regolamentare:Limiti areali ed altimetrici della zona da regolamentare limiti laterali (in senso orario)
- Col Ferret (45° 53’ 55’’ N, 07° 04’ 06’’ E);
- Linea di talweg del Torrente Doire de Ferret sino al punto 45° 48’ 32” N, 06° 57’ 41” E;
- Linea di talweg del Torrente Doire de Vény sino al punto 45° 46’ 34” N, 06° 52’ 16” E;
- Col de La Seigne (45° 45’ 00” N, 06° 48’ 00” E);
- Linea di confine italo-francese fino al Mont Dolent (45° 55’ 20” N, 07’ 02’ 41” E);
- Linea di confine italo-svizzera fino al Col Ferret (45° 53’ 55’’ N, 07° 04’ 06’’ E).
limite altimetrico
- Dalla superficie topografica al più elevato dei due livelli: livello di volo FL 115 oppure 1.000 metri dal livello del suolo (AGL).
La parola all’esperto
Le regole fondamentali per fare parapendio in montagna in sicurezza sono «avere una buona esperienza di volo e l’umiltà di chiedere informazioni a istruttori/piloti esperti della zona». È quanto afferma William Henriod, istruttore di parapendio. «Purtroppo su internet ci sono dei siti che indicano la giornata e i luoghi ideali – aggiunge -. Chi arriva da fuori e non conosce la montagna(quindi si affida unicamente al web senza informarsi in loco ndr) si può trovare in difficoltà se cambiano le condizioni».
Secondo Henriod, «volare in montagna e in pianura sono due cose diverse. Le correnti ascensionali sono più generose e i venti possono causare improvvise turbolenze.Purtroppo viene anche gente impreparata». Negli ultimi giorni comunque «le condizioni meteo per il volo sono state ottime ed eccezionali».
Mercoledì scorso, un parapendista francese ha perso la vita dopo essere precipitato sul Monte Bianco; sfruttando le perfette condizioni atmosferiche, era decollato dalla Francia ed era giunto sulla cima del Bianco. L’incidente è avvenuto quando il parapendio è ripartito dalla vetta.Per cause da accertare, l’uomo è precipitato nella zona del Brouillard, sul versante italiano del massiccio. Il corpo, trascinato a valle dall’acqua di scioglimento del ghiacciaio, è stato recuperato a 3.700 metri di quota dal Soccorso alpino valdostano e dalla Guardia di finanza di Entrèves, che si occupa delle indagini.
Sulla cima del Monte Bianco erano centocinquanta i parapendisti presenti. Le favorevoli correnti ascensionali, provocate dal gran caldo di questi giorni, hanno spinto i parapendii fino a 5.600 metri di altezza, prima della discesa verso la cima del Monte Bianco. I piloti provenivano da mezzo mondo, in particolare da Stati Uniti, Francia,Germania e Svizzera.
Per Henriod, «volare sul Bianco,con forti correnti ascensionali, brezze sostenute e pareti a picco non è una cosa per tutti. Se poi si vuole atterrare e ripartire dalla vetta è veramente per pochi ed è necessario avere un minimo di equipaggiamento alpinistico: scarponi, ramponi e uno spezzone di corda. Bisogna tener conto del fatto che ci si trova su un ghiacciaio e nel caso in cui non si riesca a ridecollare bisogna poter scendere in autonomia».
L’istruttore di parapendio aggiunge: «Mi è capitato di vedere dei video di persone che erano sulla cima con le scarpe da ginnastica, per non dire infradito.In montagna la giusta attrezzatura è fondamentale».
In foto, un frammento del video pubblicato mercoledì scorso da un parapendista su Youtube.
(f.d.)