Casinò VdA: sì al concordato del 15,6% dei creditori
Intanto la procura di Aosta indaga per bancarotta fraudolenta nell'ambito della gestione della casa da gioco: sei gli indagati
Il 15,6% dei creditori della Casinò de la Vallée spa ha aderito alla procedura di concordato. E’ quanto emerso dall’assemblea dei creditori, durata quasi due ore nella mattinata di oggi in tribunale ad Aosta. Mancavano le banche, che costituiscono la maggioranza della massa creditizia. Queste hanno ancora 20 giorni di tempo per aderire. La parola definitiva spetterà poi al tribunale, con l’omologa della procedura. Per chi detiene crediti chirografari l’offerta, in base al piano, è del 78% del dovuto.
Capitolo De Vere concept srl
Tra i creditori anche la De Vere concept srl, che si è vista rigettare con un’ordinanza del giudice la richiesta di incrementare il proprio credito (da circa 200 mila euro a circa un milione.
Capitolo Lefbvre
L’avvocato Dino Selis di Torino, che assiste una società del gruppo Lefebvre esclusa dai creditori durante l’assemblea, ha annunciato l’opposizione in sede di omologazione del concordato. Il giudice Marco Tornatore ha respinto la richiesta del gruppo Lefebvre di essere ammesso tra i creditori della Casinò de la Vallée spa nell’ambito della procedura di concordato. La decisione è arrivata nella prima parte dell’assemblea dei creditori. Nell’ambito della ‘causa madre’, ancora in corso, sul passaggio dal privato al pubblico della casa da gioco, il gruppo Lefebvre chiede circa 43 milioni di euro; la Casinò de la Vallée spa ha messo a riserva un milione e mezzo.
Indagine per bancarotta fraudolenta
La procura di Aosta indaga per bancarotta fraudolenta nell’ambito della gestione della Casinò de la Vallée spa. Sono sei gli indagati. Si tratta degli ex amministratori unici Luca Frigerio, Lorenzo Sommo e Giulio Di Matteo e degli ex sindaci Fabrizio Brunello, Jean Paul Zanini e Laura Filetti. Nei giorni scorsi è partita la richiesta di proroga del termine delle indagini preliminari. Tutti, tranne Di Matteo, sono coinvolti anche nel processo per truffa aggravata e falso in bilancio sui 140 milioni di euro di finanziamenti regionali erogati dal 2012 al 2015 alla casa da gioco e per il quale è attesa l’udienza d’appello (Frigerio era stato condannato mentre gli altri quattro erano stati assolti). Il fascicolo riguarda la gestione, i bilanci e le consulenze, nel periodo della gestione Di Matteo ma anche quelli precedenti e successivi. L’inchiesta per bancarotta segue la richiesta di fallimento da parte della stessa procura del novembre scorso.
Gli indagati sono rappresentanti della governance della casa da gioco degli ultimi anni. E’ l’articolo 238 della legge fallimentare che consente di svolgere indagini prima della dichiarazione di fallimento, in presenza di gravi motivi e di una istanza di fallimento. Il reato di bancarotta si perfeziona con la dichiarazione di fallimento ma anche, astrattamente, con l’omologa di un concordato.
Nell’ambito di questa inchiesta sono state sentite diverse persone, anche politici (è il caso della riunione del dicembre scorso sull’eventuale ricorso alla legge Prodi bis per il salvataggio della casa da gioco) e sono stati acquisiti documenti. Le indagini sono coordinate dai pm Luca Ceccanti ed Eugenia Menichetti e sono condotte dal Gruppo Aosta della guardia di finanza.
(re.newsvda.it)