Bando immigrati, è scontro tra Cooperative e Lega Valle d’Aosta
Sociale
di Luca Mercanti  
il 30/07/2019

Bando immigrati, è scontro tra Cooperative e Lega Valle d’Aosta

E’ scontro tra Terzo settore e Lega valle d’Aosta sul bando immigrati.

In una nota diffusa «a seguito dell’infausta presa di posizione del consigliere Manfrin» in occasione dell’ultimo Consiglio regionale, il coordinamento delle cooperative ha definito «esternazioni  prive di ogni fondamento» le affermazioni del rappresentante della Lega.

Andrea Manfrin ha subito replicato con un comunicato in cui prende atto «con un sorriso della risposta delle cooperative» sottolineando come, «rimaste a bocca asciutta su quello che era diventato ormai un redditizio business, si sono sentite punte sul vivo dalla nostra interpellanza sul tema».

La posizione del Terzo Settore

«Quanto viene dichiarato nel dibattito politico non si basa su dati di realtà», scrivono le cooperative, ribadendo che «nessuna di quelle numerose organizzazioni del terzo settore si è rimpinguata con ricchi guadagni nell’affare dell’accoglienza».

La nota dettaglia quindi le motivazione per le quali «nessuno dei 7 enti gestori impegnati nell’accoglienza ha ritenuto possibile partecipare al nuovo bando, arrivato fresco fresco dal Ministero dell’Interno, che in moltissime Prefetture di Italia è andato deserto o ha ricevuto pochissime adesioni».

Tre, secondo gli operatori ETS gli aspetti, all’origine della mancata partecipazione al bando. Innanzitutto l’eliminazione degli obblighi finalizzati l’integrazione dei richiedenti come l’insegnamento della lingua italiana e l’inserimento sociale nel territorio. Un impegno «che è stato qualificante per gli enti di terzo settore e che ha rappresentato il motivo per cui molti ETS si sono impegnati in questo campo. Se si elimina questo – aggiungono – resta solo la funzione di controllo, che non fa parte delle competenze e delle funzioni principali degli ETS»  Quindi c’è l’aspetto occupazionale, che ha spinto vari enti gestori a decidere di non partecipare riducendo la propria attività, sottolineando come, «sul piano nazionale la scelta di ridurre drasticamente l’accoglienza porta come conseguenza una riduzione degli occupati di circa 10 mila unità. E queste persone sono in gran parte italiani». Infine il tema delle ricadute di natura socio culturale. «Il lavoro di integrazione fatto in questi anni, in collaborazione tra le Istituzioni e gli enti di Terzo settore – ricordano – ha coinvolto anche volontari e cittadini, cosa che ha avuto un grande valore e un impatto estremamente utile per la nostra comunità, favorendo relazioni positive, contenendo i casi di pericolo, promuovendo percorsi di fattivo inserimento e di lavoro utile alla collettività da parte dei migranti. Doverne fare a meno non arricchisce ma depriva tutti».

Il Coordinamento del Terzo settore conclude con una domanda: «di fronte a esseri umani che perdono la vita nella speranza di poter migliorare la propria esistenza non bisognerebbe forse considerare la comune appartenenza al genere umano senza se e senza ma?»

La risposta della Lega

Non si è fatta attendere la replica della Lega. «La tesi che il bando sia costruito male perché, sia in Valle d’Aosta sia nel resto d’Italia, i gestori dei centri non hanno partecipato – si legge in un comunicato – non è che la certificazione che al venire meno dei fondi, tutta la vocazione mostrata da chi si dichiarava umano e compassionevole si sia sciolta come neve al sole».

Ricordando che «la riduzione, disposta dal Ministero dell’Interno, ha portato i fondi giornalieri dai 35€ ai 21€ pro capite attuali» si evidenzia che «questo non ha fatto altro che adeguarsi agli standard europei». Inoltre, «sui 28 Paesi dell’Unione europea, solo quattro spendevano più dell’Italia per l’accoglienza».

Un taglio divenuto necessario «anche a fronte della sostanziale assenza dell’Unione europea contributi sul tema sono stati inesistenti»,visto che «nel 2016, uno degli anni a maggiore flusso, a fronte di 1,7 miliardi di euro spesi, l’Italia ricevette dall’Ue soltanto 46,8 milioni di euro come finanziamenti, poco meno del 3 per cento della spesa totale».

Circa la proroga del vecchio appalto decisa della Giunta Fosson, proprio a seguito dell’esito negativo del bando aggiunge quindi che «per altri quattro mesi la comunità dovrà sborsare ulteriori costosi oneri per mantenere a colazione, pranzo e cena gli ospiti dei centri di accoglienza sul territorio valdostano».

La questione integrazione

Ma lo scontro più acceso è proprio sul tema dell’integrazione a cui, sottolinea il comunicato della Lega, la nota delle ETS dà «ampio risalto».

Scrive ancora la Lega: «Si ammette, dunque, che la presenza di extracomunitari è foriera di problemi e, addirittura, di pericoli, circostanza questa confermata dai numerosi casi di cronaca».

Citando dati del 2016 la Lega evidenzia poi che «dei 444 accolti, soltanto 12 hanno ottenuto lo status di rifugiato» affermando quindi che «tutto questo straordinario lavoro descritto, in realtà, è stato dissipato, con dispendio di soldi ed energie, verso persone che non avevano alcun diritto di rimanere nel nostro Paese».

«Ancora una volta – conclude il Capogruppo in Consiglio regionale Andrea Manfrinla statistica ed i fatti risultano innegabilmente vincenti verso la retorica di chi aveva trovato nell’immigrazione un business potenzialmente senza fine. Le cooperative del settore possono mostrarci che sbagliamo, partecipando al bando a fondi ridotti e mettendo nella loro opera un po’ di quella umanità a più riprese vantata».

(l.b.)

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