L’Uv chiede un rimborso a l’ex iscritta Emily Rini che replica: «operazione squallida»
Botta e risposta a stretto giro di comunicati
L’Union valdôtaine chiede 10 mila euro di rimborso a Emily Rini. Per l’ex unionista e attuale coordinatore di Forza Italia «un’operazione squallida che sa di ritorsione». Tra Rini e il presidente del Leone rampante è botta e risposta via ANSA.
Per Rini. «Quella che ho subito è un’operazione squallida, che sa tanto di ritorsione per le scelte politiche che ho fatto. Fortunatamente, sono una persona libera; senza scheletri nell’armadio; non ho paura di questi metodi, che ricordano tanto tristi realtà». «Si metta il cuore in pace chi pensava di mettermi così il bavaglio; semmai mi ha fornito un megafono. Comunque stiano tranquilli, coloro che hanno ordito questa bassezza, perché – come sempre – onorerò gli impegni presi».
Le motivazioni
Spiega Lavevaz. «Abbiamo tentato la via bonaria senza risultato e quindi abbiamo deciso di far valere i diritti del movimento per via formale, per rispetto del movimento stesso e di tutti i suoi iscritti e amministratori che onorano gli impegni assunti». «E’ un procedimento che abbiamo avviato in autunno ed è relativo a crediti che il movimento ha dalla scorsa legislatura, per i quali Rini si era impegnata a sistemare la sua posizione».
La replica
Ancora Rini. «Negli anni in cui ho rappresentato l’Uv in Consiglio regionale, ho versato oltre 100 mila euro nelle sue casse, oltre alle spese per le campagne elettorali. A questo punto mi piacerebbe sapere se questo provvedimento sia stato recapitato soltanto a me o anche agli altri colleghi attuali e delle scorse legislature che non versano o che non hanno versato regolarmente al movimento. Per ulteriore chiarezza, occorre sottolineare che stiamo parlando di versamenti su base volontaria».
Secondo Rini «sarebbe interessante sapere come mai tra i contributori dell’Uv – come si può facilmente verificare in rete – risultino presidenti e amministratori nominati nelle società partecipate regionali, circostanza probabilmente lecita ma quantomeno inopportuna e anomala».
(re.newsvda.it)