Aosta: La vana avventura del Cacciatore di mascherine
Il racconto della ricerca tra le varie farmacie del capoluogo regionale del dispositivo introvabile
Aosta: La vana avventura del Cacciatore di mascherine. Il racconto di un giro nelle farmacie del centro di Aosta alla ricerca dell’introvabile dispositivo.
L’Italia è blindata. La città di Aosta, intanto, scopre l’emergenza mascherine antivirus.
La vana avventura del Cacciatore: «Le mascherine arriveranno tra una settimana, forse dieci giorni»
Mercoledì, una breve uscita di casa per una commissione importante porta l’apprendista Cacciatore di mascherine a passare davanti alla farmacia municipale di corso Battaglione Aosta. Una breve coda. I cittadini, conformemente alle regole, stanno tutti a un metro di distanza l’uno dall’altro.
Qualche fortunato già indossa una mascherina, altri no. Poi si entra e si fa la fatidica domanda al farmacista: «Avete mascherine anticoronavirus?». La risposta – che diventerà un mantra – è netta e secca: «No». «E quando ne avrete?», è la seconda domanda. Il farmacista risponde: «Non lo sappiamo. Una settimana, dieci giorni. Chissà».
Al Cacciatore, semplice cittadino curioso, viene allora la voglia di scoprire dove sono queste entità ormai introvabili. Pur se a detta di molti esperti le classiche mascherine non servono a molto, a chi non ha dimestichezza con la medicina questi dispositivi sanitari possono servire parecchio, almeno dal punto di vista psicologico.
La seconda fase della caccia
Nel frattempo parte una seconda fase della caccia. Nella farmacia di via Croce di città il rituale è lo stesso: coda veloce e ordinata, ingresso, domanda: «Avete le mascherine?». La risposta: «No». Anche qui «è difficile dire quando ne avremo. Non abbiamo notizie in merito, forse tra qualche giorno».
Altri quattro passi in una Aosta quasi spettrale nonostante la mattinata tiepida e la fermata è in corso XXVI febbraio, nel negozio di presidi sanitari. La scena si ripete con domande sulla presenza di mascherine e risposta negativa, ma con un dettaglio in più: «Abbiamo un ordine in stand by da circa un mese. Altro non sappiamo».
Il Cacciatore veleggia quindi verso la farmacia del dottor Nicola di viale Chabod. Qui la coda è più lunga e c’è tempo di chiacchierare – rispettando le distanze – con chi attende il proprio turno. Si parla del Coronavirus. Qualcuno esprime la propria preoccupazione per chi ha parenti o amici fuori dell’Italia per lavoro. «Fuori dal Paese sottovalutano l’emergenza», dice un signore. Poi si entra in farmacie e, da un metro e mezzo di distanza, la domanda: «Mascherine?». La risposta è gentile: «Ci spiace, no». Ma quando arriveranno? «Chissà. Magari tra 10 giorni, due settimane».
Per il Cacciatore, insomma, un’altra uscita sconsolata dopo un cortese «grazie e buon lavoro». La prossima tappa è alla farmacia di piazza Chanoux. Il salotto buono di Aosta ha un aspetto insolito. Quattro persone camminano in solitaria sul sagrato.
In farmacia, invece, il rituale è il solito: domanda, risposta negativa e «grazie, buon lavoro».
Mascherine su prenotazione
Ma il Cacciatore non molla. Trovare una di queste fantomatiche mascherine è diventato un punto d’onore. La strada porta in via Torino, alla Farmacia Moderna. Coda leggermente più lunga. Qualcuno da fuori chiede: «Avete mascherine?». La risposta è possibilista: «Sì, ma su prenotazione». Arriva il turno del Cacciatore, il quale prenota le mascherine. «Quando arriveranno?», chiede. La risposta gela le aspettative: «Non prima di una decina di giorni». Ma si fa di necessità virtù; il Cacciatore, fiducioso, prenota.
Nonostante questo, però, non si arrende e, sul cammino verso casa, si ferma alla Farmacia Papone di via de Tillier. Anche qui, la risposta alla domanda è negativa.
La caccia finisce
La caccia è quindi finita. Il carniere del Cacciatore è desolatamete vuoto. E Aosta, anche se dopo un’inchiesta empirica che non ha pretese di verità assoluta, può dirsi in ‘emergenza mascherine’.
(alessandro camera)