Coronavirus, NO alla celebrazione delle sante messe: la protesta dei vescovi italiani
La CEI critica con il DCPM di ieri sera, 26 aprile. In Valle d'Aosta santa messa in streaming
I vescovi italiani protestano contro il no alla ripresa delle celebrazioni delle sante messe. Nel nuovo DCPM di domenica 26 aprile, infatti, non è prevista la ripresa dal 4 maggio delle celebrazioni.
«Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo – sottolinea la Conferenza episcopale italian (CEI) -. La Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale».
«Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia – si legge in una nota della CEI -. I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale».
E dire che la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese il 23 aprile in una intervista al quotidiano Avvenire aveva detto che «sono allo studio del Governo nuove misure per consentire il più ampio esercizio della libertà di culto».
Parole, quella della ministra «arrivavano dopo un’interlocuzione continua e disponibile tra la Segreteria Generale della CEI, il Ministero e la stessa Presidenza del Consiglio – sottolinea la CEI -. Un’interlocuzione nella quale la Chiesa ha accettato, con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni governative assunte per far fronte all’emergenza sanitaria. Un’interlocuzione nel corso della quale più volte si è sottolineato in maniera esplicita che – nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia – la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale».
In Valle d’Aosta santa messa in streming
Nella nostra regione si sono moltiplicate le iniziative per restare vicini ai fedeli costretti a casa dal lockdown. Tramite l’utilizzo dei social media, da whatsapp a Facebook o youtube, i parroci riescono comunque a portare la parola del Signore nelle case dei valdostani.
L’iniziativa più apprezzata, visti i riscontri, è quella messa in campo da Radio Proposta in Blu di trasmettere in streaming la messa celebrata in cattedrale il mercoledì e la domenica mattina e visibile tramite l’app della radio oppure tramite i siti web www.radiopropostainblu.it e www.diocesiaosta.it.
Ideatore di questa apprezzata idea è don Daniele Frimaire che firma anche la regia del programma. «In questo momento di grande difficoltà – spiega don Frimaire, sottolineando come tutto avvenga in sicurezza con distanze rispettate e uso di mascherine – abbiamo deciso di offrire un servizio alla comunità per porre in qualche modo rimedio alle restrizioni alle quali ci dobbiamo attenere. Per realizzare queste trasmissioni abbiamo dovuto evolverci e acquistare materiale professionale a livello video e di broadcaster per poter consegnare agli utenti un prodotto di livello. Abbiamo iniziato prima di Pasqua a tramettere la funzione dalla Cappella del seminario per poi iniziare direttamente in Cattedrale con il posizionamento di telecamere e sistemi audio a cui ha attinto anche la sede Rai regionale per trasmettere la messa su Rai 3 la domenica mattina. Il collegamento inizia mezz’ora prima dell’inizio della funzione con la conduzione affidata a Vanna Balducci e Bruno Genestreti, mentre in regia opero io assieme ad alcuni ragazzi della mia parrocchia di Morgex che, con grande dedizione e nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, mi aiutano alla realizzazione curando i collegamenti skype con i conduttori e gli ospiti del programma visto che nessuno è presente in sede tranne noi o nella gestione degli apparati tecnologici. Siamo molto soddisfatti dei consensi che stiamo ricevendo dalla comunità e per questo motivo la radio in questo periodo sta continuando ad implementare i programmi e gli appuntamenti con l’informazione».
(re.aostanews.it)