La psicoterapeuta Rossana Raso: «Ai vostri bambini dite la verità»
I consigli, in attesa della fase 2
«Ai vostri bambini dite la verità». È il consiglio della psicoterapeuta Rossana Raso, su Gazzetta Matin in edicola lunedì 20 aprile. Da quando è iniziato il lockdown, i parchi giochi, i campetti da calcio e le aree verdi sono orfani di ragazzi e adolescenti e la voglia di tornare a sfidarsi a colpi di pallone o anche solo di salire su altalene e scivoli sta diventando sempre più forte. Anche le reazioni alla pandemia non sono uguali per tutti. Con la fase 2 in arrivo a partire dal 4 maggio, i parchi riapriranno, ma continuerà il distanziamento sociale per contenere la diffusione del Covid-19
I messaggi in codice
«Ognuno sta reagendo a questo periodo complesso a suo modo e secondo le proprie risorse e fragilità – spiega la psicoterapeuta sistemico relazionale Rossana Raso -. Per i bambini, però, non è facile parlare della propria emotività e spesso nemmeno loro riescono a verbalizzarla, né a gestirla. È per questo che tendono più che altro ad agirla e in alcuni casi ad esserne schiacciati».
I genitori possono cercare di leggere quelli che possono sembrare comportamenti insensati, capricci, irrequietezza o iperattività come veri e propri ‘messaggi in codice’. «Tra le reazioni che potremmo rilevare nei nostri bambini potrebbero esserci irrequietezza motoria, esplosione emotiva, aspetti di regressione a fasi precedenti dello sviluppo. Se, però, afferrare pensieri ed emozioni risulta difficile, possiamo tentare di spiegar loro come potrebbero sentirsi, come in tanti si sentono in questa situazione, come ci sentiamo noi, imparando a leggere insieme a loro le esternazioni fisiche delle emozioni ed il modo in cui potrebbero manifestarsi». Prosegue la dottoressa.
Spiegazioni semplici
Fondamentale è però informare correttamente i bambini su ciò che sta accadendo.
«Utilizziamo spiegazioni, termini familiari e adatti alla loro età. Permettiamo loro di fare domande, esternare dubbi, trasmettere le loro emozioni. A nulla servirà mentire per tranquillizzare. Una rassicurazione data da un viso teso o una speranza millantata per poi passare la giornata a dialogare preoccupati con il partner o ad aggirarsi per casa con umore visibilmente alterato, mostrano subito i segni della menzogna e minano la fiducia e soprattutto il pensiero di poter parlare degli aspetti difficili che sperimentiamo. In questa situazione, i bambini non hanno bisogno di vedere maschere sui volti dei loro familiari, ma di confrontarsi con la possibilità di far fronte alle difficoltà e alle paure. Sforzarsi di diventare Wonderwoman o Superman, inoltre, è un peso troppo grande da portare in una situazione del genere per i genitori».
Importante creare nuove routine
In questa situazione in cui la quotidianità è stata stravolta, diventa importante creare delle nuove routine affinché i bambini non si sentano persi. «Creare insieme un calendario di massima della quarantena, può essere importante all’insegna del contenimento e della rassicurazione. Differenziare i momenti della giornata in base alle attività. Creare degli appuntamenti fissi per aiutare a scandirla. Far leva anche sulla loro creatività in modo da potersi sperimentare in autonomia; non sempre pungolati e stimolati dall’adulto. Il tutto senza farsi intrappolare dalla rigidità».
Non potendo uscire e scaricare le proprie energie all’esterno, a meno che non si abbia un giardino, si possono poi trovare delle alternative casalinghe a scivoli e altalene. «Si può ricorrere ad attività indoor come la creazione di “percorsi ad ostacoli” casalinghi, di mini palestre dagli attrezzi improvvisati – continua -. Lasciamo spazio anche alla loro creatività».
Il bisogno di socialità
Uno dei bisogni maggiormente sentiti dai bambini, ma ancor più dagli adolescenti, è il bisogno di socialità. «Bambini e ragazzi si sono ritrovati a casa da un giorno all’altro senza nemmeno avere il tempo di congedarsi dai loro luoghi di riferimento; da amici e insegnanti».
Gli adolescenti, che tendono in questo periodo particolare della loro vita a volersi allontanare dalla famiglia, potrebbero vivere la convivenza forzata in maniera molto critica. «Adesso, lasciare il campo affinché possano prendersi i propri spazi è decisamente difficile. Ma ragazzi e ragazze hanno bisogno del loro spazio e della possibilità di sottrarsi alla nuova coesistenza familiare. Non vanno perciò forzati eccessivamente al dialogo e alla presenza. È bene rendersi disponibili se e quando ne sentiranno la necessità. Attenti, disponibili e un passo indietro».
«Rispondere ad aggressività con altra aggressività non porterà lontano»
Anche per loro è importante creare delle nuove routine e coinvolgerli nelle attività della famiglia, avendo però cura di lasciargli ampi spazi di autonomia. «Potrebbero verificarsi scoppi d’ira, aggressività fisica o verbale, eccessivo rifugio nella tecnologia. Rispondere ad aggressività con aggressività e ad ansia con altra ansia non porterà lontano. Anzi, potrebbe condurre all’escalation. Sarà importante perciò permettere di sbollire, per poi dialogare successivamente, quando ce ne sarà nuovamente lo spazio».
In adolescenza, il fulcro è il gruppo ma con le restrizioni in atto il gruppo diventa fisicamente off-limits.
«L’alternativa diventa la videochiamata, la videoconferenza di gruppo, lo scambio di mail, di vocali, di video, di messaggi. È pur sempre un modo per tenersi in contatto ed è importante tenerlo in piedi. Pur sapendo e comprendendo – conclude la psicoterapeuta – che non sia la stessa cosa».
(simona campo)