VdA Libra: la burocrazia uccide le persone e la decenza
POLITICA & ECONOMIA
di Luca Mercanti  
il 28/04/2020

VdA Libra: la burocrazia uccide le persone e la decenza

Dopo la Lega, anche il movimento presieduto da Mauro Caniggia Nicolotti punta il dito

Dopo la Lega Vallée d’Aoste, anche VdA Libra si scaglia contro una burocrazia troppo lenta a dare risposte ai cittadini.

«Lo sfogatoio è bello e necessario ma forse prendersela con quelli giusti sarebbe opportuno altrimenti resta solo una chiacchera da bar, la realtà è che gli ultimi sono sempre stati gli ultimi e solo adesso stiamo cominciando a capire che chiunque di noi può diventare ultimo – scrive in una nota il presidente di VdA Libra, Mauro Caniggia Nicolotti -. La situazione è questa: Il lockdown, la chiusura forzata di quasi tutte le attività, ha fatto emergere nella nostra regione un problema che c’è sempre stato ma sempre sottovalutato o quasi. Quando cadi, per un qualsiasi motivo, prima che le istituzioni ti aiutino, passano mesi. Tante volte è stato posto l’accento su questo problema, ma quando tutto andava bene, chi non ce la faceva, chi restava indietro era considerato dai più come un povero fallito che non aveva diritto a nulla, quasi come un parassita che voleva farsi mantenere dalla società e quindi il problema non era opportuno da affrontare, era inutile, era un modo sbagliato di usare le risorse pubbliche.In passato quando una famiglia o un singolo, per qualsiasi motivo, perdita del lavoro, separazione, malattia o altro si trovava improvvisamente senza sostegno economico, prima di ricevere un aiuto pubblico (ammesso che ci riuscisse) passavano mesi, se non di più»

«In periodi normali nell’attesa del famoso aiuto pubblico, intervenivano delle associazioni come Caritas, associazioni locali come Associazione Quartiere Cogne o Team Dora Onlus (le cito solo come esempio, l’elenco sarebbe lunghissimo) – prosegue il presidente -. Senza questa sorta di camera di compensazione fatta dal volontariato locale chi si trovava in difficoltà e non aveva una rete di affetti che lo poteva sostenere, era semplicemente vittima della disperazione. Oggi siamo nella stessa situazione ma moltiplicata per 100, per 1000»

Caniggia Nicolotti sottolinea come «le istituzioni pubbliche non sono mai state preparate a questa situazione e se in tempi normali, quando dovevano occuparsi di poche persone alla volta le cose, in qualche modo, andavano avanti ora ci siamo accorti che sono assolutamente insufficienti. Nel frattempo le persone restano senza mangiare e questo alla macchina amministrativa burocratica non interessa nulla, lei va avanti con la stessa velocità e la stessa flemma di sempre, ai burocrati il lockdown o la crisi economica conseguente non li sfiora minimamente tanto la colpa è dei politici e forse lo è davvero soprattutto di quelli che li hanno messo lì».

(re.aostanews.it)

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