In arrivo l’asteroide di 2 km di larghezza, nessun pericolo per la Terra
Non presenta alcuna possibilità di impatto per almeno i prossimi 200 anni
L’incontro “ravvicinato” di oggi con l’asteroide noto con la sigla (52768) 1998 OR2 non costituisce un pericolo per la Terra, ma un’eccezionale opportunità per gli astronomi di studiare in dettaglio un oggetto di circa 2 chilometri di larghezza. L’incontro, infatti, avvenuto alle 11:56, è definito “ravvicinato” su scala astronomica: sono ben 6,3 milioni i chilometri che ci separano da esso, circa sedici volte la distanza Terra-Luna. L’oggetto è stato scoperto 22 anni fa dal programma Near-Earth Asteroid Tracking (NEAT) presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA.
La sua orbita è dunque ben conosciuta, poiché gli astronomi l’hanno potuta calcolare con precisione per due decenni e possiamo dire con tranquillità che questo asteroide non presenta alcuna possibilità di impatto per almeno i prossimi 200 anni.
Osservatorio di Nus
«Nonostante questo, (52768) 1998 OR2 è classificato come un grande “asteroide potenzialmente pericoloso” perché, nel corso dei millenni, cambiamenti molto lievi nella sua orbita possono far sì che esso presenti più pericoli per la Terra di quanti ne presenti ora», riferiscono i ricercatori dell’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta. I
passaggi ravvicinati da parte di grandi asteroidi come (52768) 1998 OR2 sono abbastanza rari. Il precedente avvicinamento analogo fu dell’asteroide Firenze nel settembre 2017. Quell’oggetto, largo 5 chilometri, transitò a circa diciotto distanze lunari dalla Terra. «È comunque vero che, se un asteroide di quelle dimensioni impattasse sulla Terra, sarebbe una catastrofe planetaria», osservano i ricercatori dell’Osservatorio valdostano.
«Per questo è decisivo continuare il monitoraggio del cielo, attivo da decenni grazie a tanti istituti astronomici, agenzie spaziali e gruppi astrofili nel mondo. È l’analogo del monitoraggio delle malattie operato dalle organizzazioni nazionali e internazionali impegnate nella sanità, di cui oggi capiamo bene il ruolo decisivo. Anche il nostro Osservatorio Astronomico, nel suo piccolo, contribuisce a questo programma di ricerca. Al momento non esiste nessun allarme in tal senso, fin dove possono spingersi i nostri telescopi e i nostri calcoli. Esiste comunque una collaborazione fra le agenzie spaziali statunitense ed europea per una missione che avverrà nel 2022, con lo scopo di testare la tecnologia necessaria per variare l’orbita di un asteroide in rotta di collisione con la Terra sfruttando l’impatto cinetico di un veicolo-proiettile lanciato dal nostro pianeta».
(paolo ciambi)
(foto di Dan Durda)