Fase 3 Valle d’Aosta, imprese in crisi: in autunno una su due non investirà, rischio licenziamenti
Nere le previsioni per il terzo trimestre 2020 delle aziende associate a Confindustria
Autunno nero o sul fronte del lavoro in Valle d’Aosta. Sono, infatti, tutte negative, le previsioni per il terzo trimestre dell’anno comunicate da Confindustria.
Il dato relativo al terzo trimestre riflette l’impatto negativo che l’insorgenza della pandemia ha avuto nei principali comparti dell’economia regionale.
Secondo l’indagine previsionale di Confindustria, tutti i settori, seppure con diversa intensità, hanno sperimentato gli effetti negativi del blocco delle produzioni indotto dai provvedimenti governativi di controllo del Covid19.
Il peggioramento degli indicatori è eloquente e generalizzato.
Negative le previsioni sull’occupazione che si attesta su di un -4,55%, dato che seppur negativo ha fatto registrare una certa tenuta grazie all’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Si impenna il ricorso alla Cassa Integrazioni Guadagni rispetto allo scorso trimestre: prevede di farne ricorso più del 45% delle imprese rispetto al 10% della precedente rilevazione.
Più del 45% delle imprese prevede una diminuzione della produzione contro il 17% che si attende un aumento. Il saldo (pari a -29 punti percentuali) peggiora di più di 30 punti.
Drammatiche sono anche le previsioni sugli ordinativi: il 40% del campione riscontra una contrazione; il saldo ottimisti-pessimisti fa registrare un -22,50%.
Crolla anche l’export dove quasi il 50% delle imprese prevede una diminuzione e il saldo si attesta su di un -44% peggiorando di più di 50 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione. Il dato sconta la generale ondata di chiusure che ha interessato tutti i principali Paesi di esportazione dei prodotti regionali.
Varia un poco la composizione del carnet ordini, in particolare aumentano le aziende con ordini per meno di un mese (23,08%) e diminuiscono quelle con visibilità da uno e tre mesi (34,62%) e aumentano quelle con ordinativi oltre i tre mesi (42,31%). Di conseguenza, si riducono le aziende con programmi di investimento di un certo impegno che passano dal 32% della precedente rilevazione al 19% dell’attuale. Più del 50% delle imprese ritiene che non effettuerà nessun investimento.
Per ora il tasso di utilizzo della capacità produttiva fa registrare solo un leggero calo (dal 65,45% al 63,79).
La media complessiva dei tempi di pagamento è di 65 giorni (contro i 52 della precedente rilevazione) e di 57 giorni per la Pubblica Amministrazione. Aumenta di più di 10 punti percentuali il numero di imprese che segnalano ritardi negli incassi (51,16%).
«La rilevazione concernente il terzo trimestre del 2020 ci restituisce un contesto caratterizzato quasi esclusivamente da variazioni negative – dichiara Giancarlo Giachino, presidente di Confindustria Valle d’Aosta –. Solo grazie agli interventi governativi che hanno permesso il ricorso agli ammortizzatori sociali ed ai provvedimenti che di fatto impediscono i licenziamenti che si è riusciti ad evitare una vera e propria catastrofe dal punto di vista occupazionale. Quello che oggi appare compromessa è la tenuta economica e sociale della nostra Regione e quindi occorre agire con la massima urgenza per sostenere la liquidità delle imprese, aiutare le famiglie, mantenere la continuità delle filiere e ciò cui stiamo assistendo negli ultimi giorni non ci mostra certo un quadro confortante di una politica in grado di rispondere prontamente alla gravità della crisi che stiamo affrontando».
Le previsioni nei vari settori
Per le aziende del campione peggiorano le attese sulla produzione che passa da un +12,90% ad un-29,27%: a spingere il tasso verso il basso è la rilevazione che ha interessato le imprese dei servizi.
In forte calo le attese sugli ordinativi che passa da un +16,67% ad un -22,50%. Anche in questo caso a incidere maggiormente su tale calo è il settore dei servizi che fa registrare un saldo ottimisti-pessimistiche si attesta su di un -24,14%.
Fa registrare un vero e proprio tonfo il dato relativo all’export che dopo il dato positivo della precedente rilevazione torna in terreno negativo attestandosi su di un -44%: è sempre il settore dei servizi a far registrare il calo più consistente.
Le imprese con programmi di investimento di un certo rilievo passano da un 32% ad un 19,05%,diminuisce anche il numero di imprese che pensano ad investimenti per sostituzioni che passa da un 28% ad un 26,19%. Aumenta di conseguenza il numero di imprese che non ha in programma nessun investimento che si attestano su di un 55%.
Per ora il tasso di utilizzo della capacità produttiva registra un leggero calo passando da un +65,45%della scorsa rilevazione ad un +63,79% dell’attuale.
Varia un poco la composizione del carnet ordini, in particolare aumentano le aziende con ordini per meno di un mese (23,08%) e diminuiscono quelle con visibilità da uno a tre mesi (34,62%). Aumentano le aziende che hanno una visibilità oltre i tre mesi (42,31%).
Aumenta di circa 14 punti percentuali il numero di imprese che segnalano ritardi negli incassi (51,16%).
Peggiora anche il dato relativo ai tempi di pagamento: la media è di 65 giorni, 57 giorni per la Pubblica Amministrazione.
Negative anche le aspettative sull’occupazione il cui saldo passa da un +12,12% ad un -4,55%. Si impenna il ricorso alla CIG: pensa di farne richiesta circa il 46% delle aziende (erano il 10% della scorsa rilevazione, pre-pandemia).
(re.aostanews.it)