Tesoretto, le priorità di Chambre e associazioni per gli 84 milioni di euro in arrivo da Roma
Le associazioni di categoria presentano la lista della spesa al futuro governo regionale per l'utilizzo del tesoretto previsto dall'accordo tra governo e autonomie speciali
Tesoretto, le priorità di Chambre e associazioni per gli 84 milioni di euro in arrivo da Roma.
Le associazioni di categoria presentano la lista della spesa al futuro governo regionale per l’utilizzo del tesoretto previsto dall’accordo tra governo e autonomie speciali.
Digitalizzazione, tradotto in fibra ottica, infrastrutture, svolta green e ripresa di investimenti per troppo tempo sopiti.
È la lista della spesa presentata dalle associazioni di categoria e dalla Chambre al futuro governo regionale per sfruttare al meglio il tesoretto da 84 milioni di euro che la Valle riceverà all’atto dell’approvazione del Dl Agosto, dando così attuazione all’accordo tra Governo e Autonomie Speciali.
Chambre
Ha le idee chiare il presidente della Chambre, Nicola Rosset: «Per noi diventa irrinunciabile mettere in campo interventi per la digitalizzazione e lo sviluppo delle reti d’impresa; chi arriverà dovrà subito mettersi in moto. Soprattutto la digitalizzazione, a partire dalla posa della fibra ottica, è fondamentale. In questo periodo di Covid abbiamo capito quanto la Valle possa essere una meta prediletta per lavoratori e aziende che vogliano allontanarsi dalla città. Sarebbe un valore aggiunto non indifferente e permetterebbe anche di dare una spinta alla media montagna e ai negozi di vicinato; ci siamo nuovamente resi conto di quanto siano fondamentali».
Rosset, poi, punta forte anche «sulla creazione del marchio ombrello per i prodotti valdostani. Stiamo cercando di definire e valorizzare i prodotti rigorosamente valdostani e già l’idea dei voucher per l’acquisto è positiva. Con questo passo avanti, potremmo sostenere le imprese aderenti e daremmo garanzie in materia di mantenimento del territorio e qualità delle materie prime. Inoltre, toglieremmo la possibilità di abusare del termine Valle d’Aosta». Infine, bisogna intervenire «sull’accesso al credito e sulla ristrutturazione del credito, ma soprattutto, basta perdere tempo».
Confindustria
«Un progetto strategico condiviso per un nuovo modello di sviluppo». Si muovono su questa direttrice le richieste del presidente di Confindustria, Giancarlo Giachino che auspica «un governo più attento alle esigenze, non solo di competitività e crescita economica, ma anche di coesione sociale e di qualità della vita». Secondo il presidente occorre «rivedere il sistema degli incentivi regionali, prevedendo ad esempio meccanismi automatici per il sostegno degli investimenti fino a 100mila euro e strumenti negoziali per il sostegno di investimenti complessi superiori a 5milioni di euro, in settori strategici».
Attenzione particolare va riservata a «start-up e imprese innovative, pensando all’avvio di programmi di educazione all’imprenditorialità e al consolidamento di strumenti per il trasferimento tecnologico e il rafforzamento delle start up innovative». Inoltre, per Giachino si devono «incentivare le filiere produttive e le reti d’impresa», al fine di «superare i vincoli dimensionali e raggiungere economie di scala e di varietà».
Gli interventi regionali, insomma, devono muoversi su tre ambiti: «capitale umano – favorendo l’ingresso di nuove conoscenze altamente qualificate -, attrattività e competitività del territorio – aumentando il livello di investimenti in innovazione – e l’idea di portare in azienda le nuove competenze legate alla fabbrica del futuro – con iniziative di formazione su base regionale che spingano le imprese alla trasformazione digitale».
E ancora, Confindustria chiede incentivi per lo sviluppo della green economy, premi per le imprese che manterranno costanti i livelli occupazionali, il tutto con il sostegno alla «liquidità delle imprese, con linee di credito a breve e lunga scadenza», cominciando da «un fondo di garanzia che permetta alle imprese di onorare i loro impegni ed evitare la chiusura». Questo si tradurrebbe in un «prestito bancario a 60 mesi del valore del mancato fatturato ad interessi 0, garantito da Regioni o Confidi» e in un «anticipo fino al 90 per cento del pagamento degli incentivi già concessi, senza la presentazione di idonee garanzie».
Cna
«La Regione deve tornare a investire dopo anni di continui tagli». Questa la principale richiesta di Cna, formulata dal vice presidente, Roberto Sapia, che vede la necessità «per il comparto delle costruzioni e quello artigianale», appunto, di nuovi investimenti e della «fine dei contributi emergenziali».
Per Sapia, il Governo «deve pensare a una programmazione e a una strategia di crescita», con l’aiuto delle associazioni di categoria, che stanno già lavorando «a un programma per porre le condizioni strutturali e infrastrutturali per essere accoglienti dal punto di vista turistico». La priorità è «ammodernare le infrastrutture, con grande attenzione all’ambiente, partendo da una strategica riconversione della mobilità».
Altro punto fondamentale per Cna è la digitalizzazione: «fibra ottica in tutta la Valle, per garantire la permanenza o l’installazione di aziende anche in località difficili. Dopo il Covid è fondamentale evolversi per essere più attrattivi».
L’ultima fetta deve assolutamente essere investita «per il recupero di borghi e vecchie abitazioni, perché il cammino verso una mobilità più leggera e sostenibile permetterebbe di mettere in rete diverse zone con percorsi meno impattanti».
Confartigianato
Punta forte sulla «ripartenza di un settore trainante come l’edilizia» il segretario di Confartigianato, Stefano Fracasso.
«Per questo serve far ripartire le opere pubbliche – sottolinea -, un aspetto che potrebbe fare da traino a tutta l’economica valdostana. Il mondo dell’artigianato, però, è molto eterogeneo, per questo è fondamentale prevedere dei provvedimenti che ridiano impulso agli investimenti delle imprese». Il segretario evidenzia come, dopo un approccio emergenziale, «ora ci vuole un approccio programmatico; basta con aiuti a pioggia e contributi senza criteri, aiutiamo chi a sua volta può creare lavoro».
Insomma, c’è bisogno di «iniziative e incentivi efficaci – incalza Fracasso -, ma soprattutto ci vuole stabilità politica, condita dalla volontà di investire su chi può far scattare la ripartenza. Investire vuol dire pensare a un sistema e sostenerlo; dobbiamo proiettarci al futuro e digitalizzazione e formazione specialistica sono alla base».
(alessandro bianchet)