Processo Casinò: per i giudici romani Rollandin tentò di sottrarre beni al sequestro
Processo Casinò: per i giudici romani Rollandin tentò di sottrarre beni al sequestro.
«L’Appello è fondato e merita accoglimento». Lo scrivono i giudici della seconda sezione giurisdizionale centrale d’Appello della Corte dei conti nella sentenza con cui hanno revocato la donazione della nuda proprietà di 289 beni immobili da parte di Augusto Rollandin.
L’azione revocatoria era stata promossa in primo grado dall’allora procuratore contabile Roberto Rizzi nell’ambito del processo sui 140 milioni di euro di fondi regionali erogati a favore del Casinò di Saint-Vincent tra il 2012 e il 2015. I giudici aostani avevano rigettato l’iniziativa della Procura.
La sentenza
Nelle 42 pagine della sentenza si legge che «all’epoca delle donazioni (era il 2017 ndr) vi era già una “eco mediatica” significativa» riguardo all’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza, quindi «è altamente probabile che» Rollandin «abbia agito nella piena consapevolezza di sottrarre i beni alla garanzia patrimoniale generica». In pratica, secondo i giudici, al fine di proteggere parte del proprio patrimonio da un eventuale sequestro, l’ex presidente della Regione e attuale consigliere regionale avrebbe eseguito alcune donazioni a favore dei figli. In aggiunta, la pronuncia della seconda sezione d’Appello evidenzia: «Peraltro, si è trattato di una scelta operata da un numero consistente di soggetti coinvolti nell’indagine».
Secondo i magistrati, gli immobili donati da Rollandin «risultano avere un valore catastale aggredibile in sede esecutiva pari a 1 milione 462 mila 200 euro, mentre la nuda proprietà è stata donata con rogito notarile del 30 giugno 2017, con valore fiscale pari a 1 milione 011 mila 300 euro».
Il processo sui 140 milioni di euro
Nel processo “principale” sui 140 milioni di euro, in primo grado Rollandin era stato condannato a risarcire 4,5 milioni di euro. Il 14 ottobre scorso, a Roma, si è tenuto il processo d’Appello e la sentenza è attesa nelle prossime settimane; il procuratore generale ha chiesto la condanna di 21 politici (ed ex) e di un dirigente regionale a risarcire (in totale) di 140 milioni di euro.
(f.d.)
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