Consiglio Valle, Lavevaz: «14 giorni per migliorare e uscire dalla zona rossa»
Tutti d'accordo per fare la voce grossa con Roma
Consiglio Valle, Lavevaz: «14 giorni per migliorare e uscire dalla zona rossa». La Lega Vallée d’Aoste invita a «fare pressioni fortissime su Roma»
Gli interventi
Nicoletta Spelgatti (Lega), rivolgendosi al presidente della Regione Erik Lavevaz, ha detto: «La invito a fare pressioni fortissime su Roma. Tutta la popolazione valdostana è poco più di un quartiere di Milano, non possiamo essere trattati come le altre Regioni. Tenga conto di tutte le nostre peculiarità nella sua ordinanza, Presidente. Cerchi di allargare il più possibile le maglie». Ha dei dubbi sui dati «nella trasmissione c’è qualcosa che non quadra».
Per Erik Lavy (Lega) «Ancora una volta la Valle d’Aosta si è fatta mettere i piedi in testa da Roma. Come mai la Campania e il Sud Tirolo non sono in zona rossa? Perché sono stati usati criteri politici. In Campania vive un certo ministro e i voti della Svp fanno comodo alla maggioranza. Dove è il nostro senatore? La sua voce non si è sentita? Siamo un’appendice sacrificabile per Roma».
Mauro Baccega di Pour l’autonomie: «Questo dilagare della pandemia è stato il risultato di un’estate un po’ troppo libertina e oggi la paghiamo. Domani arriverà il report della settimana scorsa. La regressione dei contagi degli ultimi giorni non è certo stata presa in considerazione. Non bastano le Rsa di Perloz e Morgex ci vogliono altre strutture per aumentare i posti letto Covid, che rientrano nei criteri del Comitato tecnico e scientifico».
Cercare soluzioni
Così il capogruppo dell’Union valdôtaine Aurelio Marguerettaz nel suo intervento: «Noi abbiamo subito la situazione ma al cittadino ciò interessa relativamente. Oggi dobbiamo capire qual è il nostro atteggiamento. Non risolverebbe nulla buttare le colpe su Conte piuttosto che su Speranza o Lavevaz. Credo sia importante cercare tutti assieme soluzioni che permettano di approvare un’ordinanza che cerchi di risolvere alcuni aspetti concreti e psicologici. Alcune concessioni devono essere terapeutiche». Cerchiamo di risolvere le questioni pratiche e diamo sostegno al nostro presidente affinché contratti con Roma la metodologia».
Per Erika Guichardaz, capogruppo del Pcp «è stata una mazzata per tutti. In questo momento non serve uno scontro politico, non serve minimizzare rispetto all’emergenza, serve lavorare tutti insieme per dare risposte».
Corrado Jordan (VdA Unie) ha ricordato: «Dobbiamo adottare tutte le precauzioni e fare sì che tutti le rispettino. Accolgo anch’io l’invito a far valere la nostra voce a Roma».
Abert Chatrian, capogruppo di Alliance valdôtaine, concorda con i colleghi: «Abbiamo subito questo decreto malamente. Dobbiamo cercare di fare convivere il diritto alla salute con le esigenze del tessuto economico: è questa la sfida più importante. Spero, Presidente, si forzi al massimo il Dpcm per adeguarlo alla nostra realtà».
Per Pierluigi Marquis (Stella alpina): «Dovremo essere capaci di disegnare delle soluzioni per rendere compatibile il virus con la nostra vita. Avremmo bisogno di essere sostenuti economicamente dallo Stato perché noi viviamo principalmente di turismo che sarà senza dubbio penalizzato».
Così Andrea Padovani (Pcp): «La situazione sanitaria è grave e penso che le misure restrittive siano necessarie per poter tornare a vivere in maniera più sicura. Dovremo avere attenzione per le persone in difficoltà. Penso che nella pandemia non siamo tutti sulla stessa barca: c’è chi si è arricchito e chi ha perso quasi tutti. La chiarezza delle norme è fondamentale come l’approvazione di aiuti che diano sollievo alle persone».
(re.aostanews.it)