“Tresca” amorosa finisce con un’estorsione: 45enne condannata a 2 anni e 6 mesi
Monica Bianco è stata invece assolta dall'accusa di calunnia; per il gup però avrebbe minacciato l'ex amante per ottenere denaro
Estorsione e tentata estorsione. Questi i capi d’imputazione per cui – venerdì 11 dicembre – il gup di Aosta ha condannato a 2 anni e 6 mesi Monica Bianco, 45enne di Saint-Vincent. La donna è stata invece assolta dall’accusa di calunnia.
La vicenda ruota intorno a una “tresca” amorosa finita male. Secondo la ricostruzione del pm Luca Ceccanti, nel 2015 la donna avrebbe avuto una relazione extraconiugale con un imprenditore valdostano (anche lui sposato); il rapporto, però, si interrompe e, qualche anno dopo, l’imputata avrebbe iniziato a minacciare l’imprenditore di rivelare la relazione al proprio marito e alla moglie dell’uomo.
La vicenda
Ma facciamo un passo indietro. A quanto emerso dalle indagini, Bianco, suo marito e l’imprenditore si conoscevano da tempo. Con il tempo, però, i rapporti si deteriorano. Per la Procura, però, già nel 2018 l’imprenditore versa 20 mila euro.
Per ottenere altro denaro, poi, la donna avrebbe iniziato a minacciare l’industriale di svelare la “tresca” amorosa divulgando alcuni messaggi anche a sfondo sessuale. Pressioni che, secondo gli inquirenti, hanno portato l’uomo a effettuare (nel gennaio 2019) un ulteriore bonifico da 20 mila euro.
Ma l’imputata non si sarebbe arresa, continuando a esercitare pressioni sull’ex amante e sulla moglie di quest’ultimo.
La storia culmina con una denuncia presentata da Bianco ai Carabinieri per una presunta violenza sessuale subita due anni prima per mano dell’imprenditore; ritenendo l’accusa mossa dalla donna infondata, la Procura aveva archiviato il fascicolo, arrivando quindi a contestare anche la calunnia (ipotesi di reato per cui Bianco è stata assolta).
Fatto che sta che, a un certo punto, l’uomo decide di rivolgersi alle Forze dell’ordine e l’ex amante, nel luglio 2019, finisce ai domiciliari.
L’imprenditore si era costituito parte civile nel processo; il risarcimento sarà quantificato in altra sede.
Le indagini sono state condotte dall’aliquota dei Carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria presso la Procura della Repubblica.
(f.d.)