Consumi: a novembre crollo del -72.5% in Valle d’Aosta
I dati confrontati con lo stesso mese del 2019 sono raccolti nell'analisi del Centro studi Confimprese-Ey
Un devastante -72.5%. Questo il dato relativo al crollo dei consumi in Valle d’Aosta nel mese di novembre 2020.
È drammatico il dato emerso dalla ricerca dell’osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food, elaborato da Confimprese-EY, rispetto al mese di novembre del 2019.
I dati nazionali
Nel documento, la situazione è a dir poco critica, se si pensa che, a livello nazionale, i consumi a novembre 2020 sono calati del -64,9%, che va ad aggiungersi al già devastante -24,7% di ottobre. Il progressivo annuo vede così un -36.5% del 2020 sul 2019.
Passando ai vari settori, un crollo considerevole colpisce l’abbigliamento, che con -71,7% supera ristorazione (-65%) e non food (-40,1%).
Crolla letteralmente il settore travel, che registra il -77,3% di novembre 2020 sul 2019 e un calo annuo del -61,5%.
L’analisi
Insomma, quelli diffusi dall’Osservatorio permanente Confimprese-EY sono dati neri, che segnalano un sostanziale arresto dei consumi, delineando peraltro un futuro a tinte fosche.
Ai dati già sviscerati si aggiunge l’allarme legato ai centri commerciali e agli outlet, che si presentano in crisi profonda, con un complessivo -74,5%, legato in particolare alle chiusure del weekend, e che va ad aggiungersi al -98,4% di aprile.
Il progressivo anno dei centri commerciali si attesta sul -39,6%, e riesce difficile immaginare che dicembre possa invertire la rotta.
Per quanto riguarda il commercio al dettaglio, lo stesso si ferma al -46,5%, con un trend ancor più negativo per i centri minori (-54,1%).
Il dato risulta ancor più preoccupante se si pensa, come riporta la ricerca, che in novembre alla «sofferenza già registrata nei mesi scorsi dei centri città, si assomma anche quelle dei negozi di periferia colpiti dalle divisioni in zone rosse, arancioni e gialle del Paese.
Aree geografiche
Per quanto riguarda le aree geografiche, la più colpita è il Nord-ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta) con -72,4%, seguita da Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata) con -66,2%, Nord-Est (Emilia-Romagna, Triveneto) con -58,6% e Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) con -56,4%.
Dati regionali
I dati regionali confermano i colpi pesanti per il Nord-Ovest, ma vedono prevalere la Campania con -75,6%, seguita a ruota da Calabria con -75,5%, Toscana con -74,5%, Piemonte con -73,8%, Lombardia con -73,4% e Valle d’Aosta con -72,5%.
Più distaccate le altre: Abruzzo -68,4%, Trentino-Alto Adige -64,6%, Friuli-Venezia Giulia -60,5%, Emilia-Romagna -60,1%, Sicilia -59,4%, Liguria -59,1%, Puglia -58,1%, Umbria -57,6%, Veneto -55,3%, Sardegna -49,9%, Marche -41,8% e Lazio -49,6%.
Il commento
«A novembre i centri città hanno performato meglio della media totale paese, con un +18.4% – sottolinea il direttore del Centro Studi Confinmprese, Mario Maiocchi -, anche se nel progressivo anno sono in linea con il totale Italia. Questa anomalia può solo essere attribuita alle forzate chiusure dei centri commerciali durante i week end, a comprova della illogicità dei provvedimenti di chiusura che hanno spostato il traffico dei consumatori dai centri commerciali – luoghi sottoposti a strette misure sanitarie di controllo – alle vie del centro con conseguente aggravio degli affollamenti nei luoghi medesimi».
L’e-commerce vola
A trarne vantaggio, ovviamente, è l’e-commerce, che cresce ancora del +92,6%, alla luce, ovviamente, delle chiusure degli esercizi commerciali nelle high street e dei centri commerciali nei fine settimana.
«Un trend molto negativo quello di novembre che porta il progressivo del secondo lockdown da ottobre a novembre pari al -45,6% – spiega il Business Consulting Leader Italy EY, Paolo Lobetti Bodoni -. È evidente che le restrizioni alla mobilità e alle aperture dei negozi hanno influenzato pesantemente i consumi, infatti alcune delle regioni dichiarate zone rosse come la Lombardia, il Piemonte, la Campania, la Toscana, la Valle d’Aosta e la Calabria hanno subito i trend peggiori con un calo superiore al 70%. Significativo il balzo delle vendite nell’e-commerce, che ha aiutato i consumatori ad acquistare nonostante le limitazioni nell’accesso allo store fisico».
(al.bi.)