Stampa: Ordine dei giornalisti e Sindacato ribattono al commissario Usl Angelo Pescarmona
Dure prese di posizione dopo le accuse lanciate nella conferenza stampa di fine anno dal dirigente dell'Ausl
Dure prese di posizione di Ordine dei giornalisti della Valle d’Aosta e Associazione stampa valdostana, contro il commissario straordinario dell’azienda Usl della Valle d’Aosta, Angelo Pescarmona, che nel corso della conferenza stampa di fine anno ha duramente attaccato la categoria.
Ordine dei giornalisti
In una nota, l’Ordine dei giornalisti della Valle d’Aosta ritiene “l’accusa elevata dal Commissario dell’USL Valle d’Aosta, Angelo Pescarmona, nella conferenza stampa di fine anno nei confronti dei giornalisti di praticare un giornalismo puramente scandalistico è particolarmente grave perché lede l’onorabilità di tutta la categoria senza peraltro mettere in chiaro di chi e di cosa si tratti – si legge -. Questo atteggiamento risulta ancora più grave se, nell’attuale situazione pandemica, con le proprie azioni si contribuisce a ridurre il flusso informativo, invece di semplificarlo e rendere espliciti contenuti già di per sé complessi”.
Per l’Odg “la vecchia e frusta tecnica di sparare nel mucchio non risponde a nessun sano principio informativo poiché accomuna tutti i giornalisti in accuse generiche e non circostanziate, non chiarisce i termini dei problemi né la loro dimensione né, tantomeno, individua delle soluzioni. Qualora il Commissario dell’Usl avesse mai rilevato la diffusione di notizie false, inesatte o atte a turbare l’ordine pubblico, la cosa avrebbe rilevanza penale e, quindi, la legge gli impone l’obbligo di comunicare alla Procura della Repubblica i fatti, il nome e cognome del giornalista e del direttore della testata. Se si trattasse di mancanze nello svolgimento dei propri doveri di giornalista, l’Ordine dei Giornalisti è un ente pubblico, con un proprio Consiglio di Disciplina costituito per sanzionare comportamenti illeciti, al quale qualunque cittadino può rivolgere le sue lamentele. A tutt’oggi, tuttavia, non ci è giunta alcuna segnalazione da parte dell’Usl in merito alla diffusione di notizie non veritiere da parte di nostri iscritti”.
L’Odg invita “il dott. Pescarmona ad una collaborazione con i giornalisti e non cercare lo scontro la cui unica vittima sarebbe l’informazione che spetta di diritto ai cittadini. Invita, inoltre, a evitare un linguaggio aggressivo nei confronti di un’istituzione ufficiale dello Stato che adempie ad un dovere affidatole dalla legge onde evitare di alzare una barriera di incomunicabilità tra la stampa, e quindi la popolazione che da questa riceve le notizie, e l’azienda stessa”.
L’Associazione Stampa valdostana
In una nota, l’Asva infatti «ringrazia» il dottor Pescarmona per la «lectio magistralis impartita ai nostri colleghi», che secondo l’associazione ha permesso di capire «qual è il vero problema che pesa sulla regione che da mesi è ai vertici della triste classifica dei morti per Covid-19 pro capite e in quella dei contagiati per numero di abitanti: i giornalisti».
I fatti
Tutto nasce dalle risposte del commissario straordinario in merito alle modalità di comunicazione esterna adottate dall’Usl e nelle quali Pescarmona è arrivato a «togliermi i sassolini dalle scarpe», nonostante non ne avesse intenzione, «ma siete voi che siete un giornalismo scandalistico».
L’Asva denuncia questo fare di tutta l’erba un fascio, parlando di una categoria che gode a «ingigantire i fatti perché vi piace fare giornalismo scandalistico. Se vi piace fare giornalismo scandalistico sarà colpa mia?».
Il sindacato ricorda come Pescarmona abbia individuato alcuni articoli relativi al difficile periodo della pandemia in cui i temi sarebbero stati «secondo lui trattati in maniera non corretta da alcuni giornali. Naturalmente si è ben guardato dal fare nomi e cognomi: molto più semplice additare l’intera categoria» che, nelle idee di Pescarmona «ha una grande attenzione a denigrare l’operato dell’azienda sanitaria».
L’inezia dei falsi positivi
Secondo l’Asva, «la goccia che ha fatto traboccare la rabbia di Pescarmona, conducendolo a un attacco scomposto verso tutto il mondo dell’informazione valdostana, è stata, a quanto pare, la modalità con cui è stata trattata dai giornalisti quella «inezia» (parole sue) dei falsi positivi» si legge ancora nel comunicato.
Peccato che il tiro sia poi stato «parzialmente corretto chiarendo che “l’espressione era riferita al singolo evento rispetto al volume di informazioni fornite in risposta ad una domanda di un giornalista”», portando poi alle «scuse nei confronti delle persone interessate» e garantendo «la piena disponibilità della Direzione strategica, come si sta già facendo, a garantire la massima assistenza e supporto alle persone ed alle famiglie interessate dall’evento».
L’Asva ci tiene così a sottolineare come «I giornalisti non giudicano: raccontano fatti e li riportano ai cittadini, fanno una fotografia» che, a volte, «viene bene, a volte meno».
La cosa che non va gi\, però, è che «Pescarmona o chi per lui tenti di intaccare il diritto-dovere di cronaca decidendo in maniera arbitraria cosa dovremmo o non dovremmo pubblicare».
Per questo motivo l’Associazione stampa valdostana ricorda «al commissario» che «la stampa fa il suo mestiere, ossia porre domande e cercare di capire i fatti per poi raccontarli ai propri lettori» e che «questi fatti non sono notizie scandalistiche».
L’Asva, poi, sottolinea come non si possa «dire a un giornalista cosa deve o non deve chiedere durante una conferenza stampa», ma al massimo «trincerarsi dietro un «no comment».
Anche perché «sentire un rappresentante delle istituzioni pronunciare parole come “voi non potete pretendere collaborazione quando siete sempre schierati e pronti a spararci addosso sulle inezie mentre sulle cose importanti non date nessuna importanza”» ai giornalisti valdostani ricorda molto «aria da Corea del Nord».
L’associazione, poi, stigmatizza l’arrotolarsi su «logiche di schieramento» e l’accusa «pseudo-patriottarda di “dare notizie a livello nazionale contro la Valle d’Aosta”. E tranquillizza l’Usl: «non esiste una macchinazione dei giornalisti valdostani, così potenti da decidere cosa far dire ai media nazionali; sono semplicemente le testate nazionali che valutano certe notizie».
«Azienda fuorilegge»
In ultimo, l’Asva ricorda che il «fatto ben peggiore» sia avvenuto in chiusura, quando il commissario Pescarmona, parlando della Legge regionale 11/2020 ha affermato come l’azienda Usl sia «fuorilegge perché» la legge in questione «avoca all’ufficio stampa della Regione tutte le comunicazioni in materia di Covid mentre noi […] diamo un sacco di informazioni che non dovremmo».
Per l’Associazione tutto questo risulta inaccettabile, in quanto «piega artatamente una norma a suo uso e consumo confermando, peraltro, un rischio che questo sindacato aveva già evocato nelle scorse settimane: quello che la legge 11/2020 possa essere brandita a mo’ di bavaglio».
Peccato che il provvedimento in questione parli di comunicazioni «curate e diffuse dall’Ufficio stampa della Regione, in stretto raccordo con la Protezione Civile regionale e con l’Azienda Usl».
Queste parole, secondo l’Asva, hanno «un significato chiaro», che parla di «una disposizione organizzativa e non di uno strumento per togliere ai giornalisti il sacrosanto diritto di avvalersi di fonti».
Per il sindacato dei giornalisti rossoneri, poi, il commissario dovrebbe invece «chiedersi quanto l’azienda da lui diretta si sia “raccordata” con Regione e Protezione civile» al fine di «favorire una comunicazione più chiara, precisa e trasparente».
Poi, la chiusa.
«L’Asva si appella al presidente della Regione Erik Lavevaz e al presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin affinché prendano una posizione ufficiale e chiariscano senza ambiguità quale sia lo spirito del comma 4 dell’articolo 4 della legge 11/2020. I giornalisti vivono di parole e non accettano che si giochi con esse, soprattutto quando costituiscono una normativa di legge».
(re.aostanews.it)