Qualità dell’aria Aosta: biossido di azoto in calo, crescono le polveri sottili
Un recente scorcio di piazza Chanoux
Ambiente
di Cinzia Timpano  
il 14/01/2021

Qualità dell’aria Aosta: biossido di azoto in calo, crescono le polveri sottili

Le misure di confinamento e il mancato arrivo dei turisti hanno contribuito ad alleggerire il traffico veicolare; smart working, didattica a distanza e divieto di uscire hanno influenzato l'accensione degli impianti di riscaldamento.

Qualità dell’aria di Aosta: biossido di azoto in calo, crescono le polveri sottili. 

Il bilancio della qualità dell’aria di Aosta dell’anno appena trascorso non può che tenere conto della pandemia «che ha obbligato il mondo intero a stravolgere tutto ciò che sino a quel momento era la normale organizzazione della società» – commenta una nota dell’Agenzia regionale per la Protezione Ambientale -.

Com’era prevedibile, le misure di confinamento imposte dal Governo hanno influenzato i dati in modo significativo.

L’Arpa traccia un primo bilancio delle osservazioni sulla qualità dell’aria rilevate nella stazione di fondo della città di Aosta, prendendo in considerazione due principali inquinanti: gli ossidi di azoto e le polveri aerodisperse. 

Biossido di azoto in calo

Il biossido di azoto è un inquinante emesso da diverse fonti di inquinamento, tra le più rilevanti c’è il traffico veicolare.

Le concentrazioni medie rilevate a febbraio sono più alte rispetto alla media degli anni precedenti ma crolla durante il primo periodo di lockdown, dal 9 marzo al 3 maggio, comportando una riduzione che ha raggiunto l’80% di transiti in meno.

Le concentrazioni di biossido di azoto hanno subito una rilevante e repentina riduzione rispetto alla media dello stesso periodo dei quattro anni precedenti.
Nel mese di aprile, la riduzione è stata del 50%.

Durante l’estate i valori – sia per l’allentamento delle misure di confinamento, sia per condizioni meteo diverse – si sono ‘normalizzati’, restando tuttavia più bassi rispetto alla media degli anni precedenti.

Durante il secondo periodo di confinamento, si è osservata una netta riduzione, soprattutto nel mese di dicembre, probabilmente dovuto al mancato traffico generato dai turisti.

L’andamento medio, sin dal 2011, fa registrare una generale tendenza in diminuzione.

Nell’anno 2020, il valore è in calo del 20% circa rispetto alla media degli ultimi quattro anni.

Crescono le polveri fini aerodisperse PM10

Se il biossido di azoto cala, per effetto dei lockdown e del mancato traffico veicolare generato dal flusso turistico, crescono le polveri sottili, probabilmente a causa del maggiore utilizzo del riscaldamento domestico, dovuto al permanere tra le mura domestiche, tra smart working, didattica a distanza e divieto di uscire di casa imposto dai vari Dpcm.

Durante i periodi di confinamento, soprattutto tra marzo e maggio, i valori di concentrazione di PM non si sono ridotti, nonostante la riduzione del traffico e lo stop di alcune attività produttive.

Anzi, il valore medio è aumentato rispetto agli ultimi anni, rimanendo inferiore al valore di riferimento pari a 20 
µg/m³ indicato dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità per la protezione della salute umana e nettamente inferiore al valore pervisto dalla normativa pari a 40 µg/m³.

L’ipotesi che giustifica l’aumento è data dal maggior riscaldamento domestico dovuto al permanere a casa di una grande percentuale di popolazione sia per il lavoro che per lo studio.
(re.aostanews.it)

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