Non una di meno, nasce anche in Valle d’Aosta il nodo territoriale
Si è costituito un collettivo regionale della rete femminista transnazionale diventata movimento globale di lotta contro la violenza maschile
Non una di meno, nasce anche in Valle d’Aosta il nodo territoriale.
Alla vigila dell’8 marzo si è costituito un collettivo regionale della rete femminista transnazionale, nata dalla voce delle donne argentine e diventata movimento globale di lotta contro la violenza maschile.
Non una di meno Valle d’Aosta
«Le rivendicazioni di Nudm sono frutto di processi partecipati di analisi della violenza fisica, sessuale, psicologica sulle donne che non può considerarsi emergenziale, ma è la conseguenza del modello patriarcale sul quale si è costruito e si perpetua il nostro mondo» si legge in una nota.
«Da queste analisi nascono pratiche di lotta che si estendono e intersecano rivendicazioni delle persone LGBTIQ*, delle e dei migranti, di chi è sfruttato e oppresso, di chi non accetta la devastazione ambientale ed ecosistemica».
In Valle d’Aosta le iniziative di Non una di meno sono sempre state sostenute dall’associazione Dora, Donne in Valle d’Aosta, ma da qualche tempo si era sentita la necessità di costituire un vero e proprio nodo territoriale anche in questa regione.
Per questo, proprio alla vigilia dell’8 marzo e del nuovo sciopero globale femminista e transfemminista, un collettivo di donne ha deciso di dare vita alla costola valdostana del movimento mondiale proponendo «azioni e riflessioni alternative alle stanche, e ormai con tutta evidenza, inutili celebrazioni di una giornata internazionale della donna vissuta come innocua liturgia autoassolutoria».
Sulla pagina Facebook il collettivo sta pubblicando alcuni video che spiegano gli obiettivi del movimento.
Il “manifesto”
«Vogliamo condividere saperi ed esperienze e costruire insieme pratiche di lotta:
• contro la violenza maschile sulle donne: dall’inizio del 2021 sono stati 13 i femminicidi in Italia, in 53 giorni, 73 nel 2020 con un incremento, nei mesi del lockdown, di 1300 richieste, rispetto ai contatti usuali, ai centri antiviolenza della rete nazionale D.i.Re.;
• per un aborto libero, sicuro e gratuito: il 69% del personale medico in Italia è obiettore di coscienza;
• contro la precarietà e lo sfruttamento del lavoro: nel mese di dicembre 101 mila persone hanno perso il lavoro, di queste 99 mila sono donne;
• per uscire dalle logiche del lavoro di cura come appannaggio esclusivo delle donne e al più “conciliabile”: sommando lavoro produttivo e riproduttivo una donna su due ha un carico di lavoro settimanale di oltre 60 ore».
Il programma per l’8 marzo
Il neonato movimento Non una di meno Valle d’Aosta parteciperà al doppio appuntamento online previsto sui canali della Cittadella dei Giovani in programma venerdì 5 e sabato 6 marzo alle 18, con la compagnia Qui e Ora Residenza Teatrale e lo spettacolo I will survive.
Venerdì 5 si parlerà di come sopravvive oggi, una donna, artista, lavoratrice, precaria, del teatro come strumento per riflettere sulla società che ci circonda.
Sabato 6, a partire proprio dai desideri, dalle utopie e dai sogni delle artiste, si interrogherà la comunità virtuale su quali siano le utopie, i sogni ed i desideri oggi, dopo quanto sta accadendo da più di un anno ormai.
Per Non una di meno parteciperanno l’editrice Viviana Rosi (edizioni END) e Stephania Giacobone.
Verrà inoltre presentata la prossima pubblicazione Signorine. Storie di professionalità negate (End).
Lunedì 8 marzo il movimento aderisce allo sciopero globale femminista e transfemminista e organizzerà un flash mob all’Arco d’Augusto.
Il movimento è raggiungibile sulla pagina Facebook Non una di meno – VdA, Instagram nonunadimeno_valledaosta, email nudm.vda@gmail.com.
(erika david)