Comuni, sette sindaci scrivono a Lavevaz sugli ambiti territoriali
A fare infuriare gli amministratori il modus operandi, nessun contatto, nemmeno informale da parte della presidenza per discutere del provvedimento
Comuni, sette sindaci scrivono a Lavevaz sugli ambiti territoriali.
A fare infuriare gli amministratori il modus operandi, nessun contatto, nemmeno informale da parte della presidenza per discutere del provvedimento.
Alla vibrante protesta dei sindaci di Aymavilles e Villeneuve si aggiunge quella dei sindaci degli altri cinque comuni coinvolti dal provvedimento adottato dalla giunta regionale sugli ambiti territoriali.
Oltre a Valsavarenche, anche Emarèse e Torgnon erano rimasti senza ambito e sono stati assegnati d’ufficio agli ambiti con Montjovet e Champdepraz, nel primo caso, e a quello con Comuni di Antey-Saint-André, Chamois e La Magdeleine, per Torgnon.
In una lettera indirizzata al presidente della Regione, Erik Lavevaz, agli assessori regionali e ai consiglieri della Prima Commissione, i sindaci di Aymavilles (Loredana Petey), Antey-Saint-André (Marco Poletto), Chamois (Mario Pucci), Champdepraz (Monica Crétier), La Magdeleine (Mauro Duroux), Montjovet (Jean-Christophe Nigra) e Villeneuve (Bruno Jocallaz) hanno messo nero su bianco il loro disappunto e una proposta.
Che i tre comuni inadempienti facciano ambito tra loro.
La lettera
A infastidire gli amministratori il fatto di non essere stati «contattati neppure informalmente dal Signor Presidente della Regione al fine di essere portati a conoscenza della possibile adozione del grave provvedimento che li avrebbe riguardati, omissione di comunicazione che rasenta o forse addirittura supera i limiti dello sgarbo istituzionale e della leale collaborazione tra enti pubblici» scrivono.
«Si rappresenta altresì che un mancato preventivo incontro congiunto con i Comuni interessati, già appartenenti ad ambiti correttamente definiti sulla base delle disposizioni regionali, risulta vieppiù grave se si considera che, dopo il termine del 31 gennaio, soltanto i Comuni rimasti esclusi da accordi sono stati sentiti dal Signor Presidente – si legge -; ne è risultata così una chiara ed ingiustificabile disparità di considerazione anche politica tra enti locali che avrebbero dovuto subire l’intervento sostitutivo e l’atto di forza da parte della Giunta regionale, tanto più disdicevole in quanto interessava ben sette enti che avevano rispettato la disciplina associativa regionale».
«Ciò premesso, si rappresenta che, per trovare una soluzione ad un problema che riguardava 3 Comuni non associati (i quali peraltro potevano e potrebbero essere oggetto di un’associazione imposta dalla Regione nel rispetto letterale delle norme vigenti, che consentono raggruppamenti di Comuni non contigui e non appartenenti alla medesima Unité, con popolazione totale inferiore a mille abitanti se costituiti da almeno tre soggetti), si è andati a danneggiare atti di programmazione ed organizzazione di Comuni che condividono tra di loro le finalità di aggregazione contenute nella L.R. 6/2014».
«Non è escluso pertanto che l’intervento sostitutivo della Regione, lungi dal portare al completamento del quadro normativo, determini invece un allungamento inutile dei tempi di realizzazione, oltre ad immediate conseguenze gravemente disfunzionali, e forse addirittura il fallimento di esperimenti associativi che stavano partendo con le migliori intenzioni».
«Inoltre, tale forzatura da parte della Giunta regionale potrà generare ritardi nel concludere l’iter di riorganizzazione dei servizi (soprattutto con riferimento alle sedi di segreteria) con conseguenze negative sul buon andamento dell’amministrazione di tutti i 74 Comuni della Valle d’Aosta».
«In conclusione, al di là di possibili polemiche che possono derivare dalle modalità d’agire dell’Amministrazione regionale, si conferma la volontà di collaborare per il completamento del quadro normativo, ma si richiede altresì che possa avere luogo a breve un incontro urgente con il Presidente della Regione e la Giunta regionale al fine di individuare soluzioni e chiarire le tante zone d’ombra della vicenda».
(e.d.)