Coronavirus: all’ospedale Parini primi pazienti curati con anticorpi monoclonali
Sanità
di Danila Chenal  
il 26/03/2021

Coronavirus: all’ospedale Parini primi pazienti curati con anticorpi monoclonali

Somministrati per via endovenosa esclusivamente a pazienti affetti da Sars CoV-2, in condizione di fragilità

Coronavirus: all’ospedale Parini primi pazienti curati con anticorpi monoclonali. E’ quanto comunica l’azienda sanitaria Usl in una nota. Dopo la prima infusione ad un paziente che rientrava nelle categorie con specifiche cliniche appropriate, sono previste per la giornata di oggi, venerdì 26 marzo, altre due somministrazioni di anticorpi monoclonali ad altrettanti pazienti in carico alle strutture di Medicina interna e Malattie infettive dell’Ospedale Parini di Aosta.

La terapia

Si tratta di farmaci basati su anticorpi ottenuti con procedimenti biotecnologici, che possono essere somministrati per via endovenosa esclusivamente a pazienti affetti da Sars CoV-2, in condizione di fragilità (immunodepressi, obesi, con diabete complesso, nefropatici, dializzati).

Il medico

«Semplificando per quanto possibile, possiamo dire che gli anticorpi monoclonali sono in grado di riconoscere gli antigeni del Coronavirus, che chiamiamo “spike” e che il virus usa per attaccare le cellule – spiega il direttore del Dipartimento delle discipline mediche dell’Usl e di medicina interna, Giulio Doveri – e l’infusione in pazienti Covid positivi con determinate condizioni cliniche impediscono lo sviluppo di patologie come la polmonite a rischio di complicanze anche molto gravi».

Monitoraggio a domicilio

I pazienti che possono essere sottoposti alla somministrazione della terapia con anticorpi monoclonali vengono segnalati dai Medici di medicina generale e dalle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca); il Soccorso sanitario 118 si occupa della fase logistica e dei trasferimenti; i medici internisti e infettivologi prendono in carico il paziente nella fase di ricovero nel day hospital terapeutico del reparto di Malattie infettive e ne curano il trattamento; Usca e medici di medicina generale, tramite tecnologie di telemedicina, monitorano il paziente nei giorni successivi all’infusione, a domicilio, con il supporto del 118.
(re.aostanews.it)

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