Scuola: Cgil chiede alla Regione di definire gli organici per il prossimo anno
Scuola
di Danila Chenal  
il 08/04/2021

Scuola: Cgil chiede alla Regione di definire gli organici per il prossimo anno

Il sindacato condivide i contenuti della manifestazione di piazza di sabato 10 aprile per dire no alla DAD

Scuola: Cgil chiede alla Regione di definire gli organici per il prossimo anno. Il sindacato condivide i contenuti della manifestazione di piazza di sabato 10 aprile per dire no alla DAD.

Programmare è priorità

«Per evitare di aprire un altro anno scolastico in emergenza» la Flc Cgil della Valle d’Aosta ritiene «necessario che l’Amministrazione regionale intervenga, primo, in sede di definizione degli organici, per non creare, all’apertura dell’anno scolastico 2021-2022, situazioni con classi troppo numerose, secondo, che preveda aule di dimensioni appropriate per garantire una reale sicurezza e che adegui in maniera più efficace il sistema del trasporto scolastico». Lo scrive il sindacato in una nota di appoggio alla manifestazione “Priorità alla Scuola” organizzata ad Aosta in piazza Chanoux per il 10 aprile 2021.

«Nell’immediato,- prosegue Flc-Cgil – abbiamo bisogno di dati certi per operare delle scelte e, oltre al monitoraggio, serve un aggiornamento dei protocolli di sicurezza e una verifica attenta delle condizioni epidemiologiche attraverso screening di docenti e alunni, anche più frequenti di quelli che la Regione sta effettuando, ma è importante che la partecipazione a queste iniziative sia, però, significativa altrimenti ogni sforzo è vano e a rimetterci è solo la qualità della nostra scuola e il futuro dei nostri bambini e giovani».

No alla Dad

Conclude: «Abbiamo denunciato più volte che la Dad sta contribuendo a far crescere in maniera esponenziale la povertà culturale e le disparità sociali e, nonostante l’impegno di molti insegnanti, stiamo perdendo giovani che difficilmente andremo a recuperare. La situazione creatasi oggi sarebbe potuta essere gestita in maniera diversa se la politica fosse stata lungimirante. Non stiamo assistendo a un rafforzamento della scuola pubblica, ma a una sua trasformazione in una direzione per niente auspicabile: la scuola a intermittenza non ci piace ed è una condizione che non aiuta, da un punto di vista psicologico, né i bambini, né gli studenti e neppure docenti e genitori».

(re.aostanews.it)

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