Aosta, la Polizia di Stato celebra il 169° anniversario: «Nel 2020 aumentati i reati informatici»
Quest'anno, ricorre anche il 40° anniversario della riforma dell'Amministrazione della Pubblica sicurezza
La ricorrenza del 169° anniversario della fondazione della Polizia di Stato si arricchisce di un’importante cifra tonda: i 40 anni della riforma dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza.
Il 10 aprile 1981 veniva infatti pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge n. 121 che, come evidenziato dalle parole del Capo della Polizia, Lamberto Giannini, «portava in sé il seme di grandi evoluzioni, ridisegnando una Polizia moderna e a forte identità civile».
Nella mattinata di sabato 10 aprile, il questore della Valle d’Aosta, Ivo Morelli, ha deposto una corona di alloro in memoria dei caduti, alla presenza di una rappresentanza del solo personale della Polizia di Stato e dell’Amministrazione Civile dell’Interno in servizio presso i vari uffici e reparti della regione.
Le celebrazioni
«Con questo gesto vogliamo ricordare e onorare i nostri caduti – si legge una nota della Questura -, che hanno sacrificato il bene più prezioso, la vita, per la riaffermazione della legalità e la sicurezza dei nostri concittadini. Un pensiero particolare vogliamo rivolgerlo al prefetto Carlo Mosca, recentemente scomparso, autore del libro “La riforma dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza”, un volume che ha una particolare importanza per la Polizia di Stato e che vede il contributo di autorevoli personalità che, in ciascuno dei 12 capitoli, ripercorrono e illustrano i temi più significativi della riforma che “smilitarizzò” il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza e costituì la Polizia di Stato come prima forza di polizia civile a competenza generale, ridisegnando il sistema della Pubblica Sicurezza del Paese».
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L’anno appena trascorso, fa sapere la Polizia, è stato caratterizzato da una netta diminuzione di alcune tipologie di reato, «tale da rendere inopportuno un raffronto con la stessa attività riferita all’anno precedente. La limitata mobilità delle persone sul territorio ha infatti determinato un calo dei reati contro il patrimonio».
Si è tuttavia registrato «un sensibile incremento dei reati informatici e di quelli in materia di stupefacenti».
L’attività di controllo del territorio, invece, ha determinato «un aumento del numero delle persone sottoposte a controllo di polizia, anche al fine di accertare le motivazioni che ne consentissero, legittimamente, la mobilità».
(re.aostanews.it)