Corruzione a Oyace: l’ex sindaco Remo Domaine patteggia 18 mesi
L'accusa è stata derubricata in corruzione "impropria", quindi non più per atti contrari ai doveri d'ufficio; l'inchiesta ruotava intorno alla realizzazione di una centralina idroelettrica
Si è chiuso con due patteggiamenti e due assoluzioni in processo per corruzione e falso a carico dell’ex sindaco di Oyace Remo Domaine. Con lui alla sbarra vi erano l’imprenditore (ed ex assessore comunale di Bionaz) Flavio Petitjacques, l’ex vice sindaco Sandro Favre e l’ex segretario comunale (oggi in pensione) Roberto Trova.
Mentre Domaine (avvocato Corrado Bellora) e Petitjacques (difeso da Saverio Rodi) erano accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, Favre (avvocato Federico Fornoni) e Trova (difensore Ascanio Donadio) erano imputati di falso; accusa mossa anche nei confronti dell’ex sindaco.
La vicenda
La vicenda riguarda la realizzazione di una centrale idroelettrica – la cui realizzazione era stata bloccata dalla Regione dopo l’arresto del sindaco Domaine – in località Gallians, a Oyace.
Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal pm Luca Ceccanti, Domaine e Petitjacques avrebbero concluso un patto corruttivo per realizzare la centrale.
Flavio Petitjacques
In che modo? Petitjacques era il titolare della concessione per la realizzazione della centralina e avrebbe rivestito anche il ruolo di amministratore unico della Varere Srl, di cui sono soci al 50% lui e la figlia di Domaine (estranea alle indagini). Un dato importante per gli inquirenti in quanto, il 30 ottobre 2019, alla società in questione è stata volturata la concessione per la produzione di energia elettrica.
Ecco perché, secondo gli investigatori, Domaine – in qualità di primo cittadino – avrebbe agito a vantaggio di Petitjacques e, quest’ultimo, lo avrebbe “ringraziato” cedendo alla figlia (del sindaco) il 50% della società Varere Srl.
Derubricata l’accusa
Alle luce di quanto emerso dalle indagini difensive e dalla documentazione depositata in aula dagli avvocati Bellora e Rodi, in sede di udienza preliminare la pubblica accusa ha deciso di derubricare la corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio in corruzione “impropria”, reato meno grave che prevede una pena più mite. Così, sia Domaine che Petitjacques hanno deciso di patteggiare 1 anno e 6 mesi. L’udienza si è svolta a porte chiuse ma, a quanto appreso, le difese sarebbero riuscite a provare che la realizzazione della centralina rispondeva a un interesse pubblico; quindi nessun atto contrario ai doveri d’ufficio.
Per quanto riguarda l’ipotesi di falso, invece, tutti gli imputati sono stati assolti. L’accusa mossa dalla Procura era quella di aver verbalizzato e firmato i verbali del Consiglio comunale che attestavano l’assenza di Domaine in aula al momento della discussione del punto: “Richiesta di deroga alle determinazioni del PTP relativamente al progetto di realizzazione della nuova centrale idroelettrica in località Les Gallians”; l’ex sindaco, infatti, non avrebbe dovuto essere presente in quanto la centralina doveva sorgere sui terreni di sua proprietà.
(f.d.)