25 Aprile, Bertin: «Da una situazione drammatica si può uscire»
ATTUALITA'
di Danila Chenal  
il 24/04/2021

25 Aprile, Bertin: «Da una situazione drammatica si può uscire»

I messaggi di Union valdôtaine, Alliance valdôtaine e Pcp

25 Aprile, Bertin: «Da una situazione drammatica si può uscire».

«Il 25 aprile è uno dei nostri simboli di libertà, ma è anche emblema di rinascita, di speranza, di fiducia». Così il Presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, in vista della Festa della Liberazione, istituita nel 1946.

«Il 25 aprile – aggiunge il Presidente Bertin – ci ricorda che da una situazione drammatica si può uscire, se c’è la forza di resistere da parte di tutti. 76 anni fa, dalla resistenza e dalla lotta al nazifascismo è nata la nostra democrazia. Oggi come allora, dobbiamo avere la capacità di indirizzare le forze nel resistere, con un rinnovato senso di solidarietà e di rispetto per la libertà degli altri, in modo da poter uscire dalla pandemia che ci sta condizionando e ripartire. È questo anche il modo migliore per omaggiare la memoria di chi ha combattuto e sacrificato la propria vita per assicurare una rinascita».

Uv, sia occasione di riflessioni sulle prerogative statutarie

Festeggiare oggi il 25 aprile significa ricordare la liberazione e la vittoria della democrazia sul fascismo ma nello stesso tempo esprimere la volontà di esercitare correttamente le nostre prerogative statutarie, figlie della resistenza e delle lotte dei nostri padri.

Mai come in questi dodici mesi, funzioni e competenze del Governo centrale e delle Regioni sono stati al centro di collaborazioni, confronti serrati e a volte scontri. Allo stesso modo, a livello europeo, la sfida al Covid ha evidenziato una coesione soprattutto nell’assunzione di scelte finanziarie, mentre l’assenza di una politica sanitaria comune ha visto ogni singolo paese adottare protocolli diversi che spesso hanno ingenerato confusione e hanno significativamente condizionato la realtà dei territori limitrofi.

Questi avvenimenti portano inevitabilmente a delle riflessioni. Nel corso di questa situazione straordinaria innescata dalla pandemia, abbiamo riscontrato per l’ennesima volta come la nostra autonomia necessiti di essere rafforzata. Purtroppo la crisi sanitaria ha avviato un fenomeno vergognoso di scarico di responsabilità. Lo stato confusionale delle strutture centrali, degli scienziati e dei vari responsabili ha disorientato la comunità e gli enti territoriali. Non abbiamo visto nessuna assunzione di responsabilità ma continui attacchi alle Regioni, autonome e ordinarie. Questo comportamento ha sminuito il ruolo delle Amministrazioni locali e le loro competenze al punto che, da più parti, si sono levate voci per modificare l’articolo 117 della Costituzione.

Per dare forza alla nostra posizione, per rivendicare le nostre legittime aspettative e per potere agire al più presto e con efficacia nel rilancio della nostra economia, tutti i Consiglieri regionali, al di là delle differenze ideologiche, devono fare fronte comune.

Av, essere autonomisti è essere antifascisti

I motivi per cui occorre festeggiare la resistenza e la lotta al nazifascismo sono tanti e sono sempre attuali.La nostra terra, che il fascismo l’ha subito, deve saper far memoria di ciò che hanno rappresentato il totalitarismo, il pensiero unico e la lotta alle diversità, che siano esse linguistiche, religiose, culturali o sessuali.

Être autonomiste, c’est être antifasciste

Sans liberté et sans autodétermination, on ne peut être pleinement autonome et sans l’autonomie notre région serait privée d’une grande partie de son ADN.Alliance Valdôtaine célébrera avec conviction le 25 avril et le fera parce qu’elle croit dans la liberté, la laïcité et l’autodétermination de chaque communauté.

Pcp, lottare e riscattare un futuro migliore

Famiglie in lutto, economie a pezzi, perdita del lavoro, angoscia per il futuro, incertezza sono le esperienze che ormai proviamo tutte e tutti in una Regione, come la nostra, particolarmente provata dalla crisi sanitaria, economica e sociale.

Ecco allora che l’esercizio del “ricordare” la Liberazione, che non è mai stato per noi una semplice celebrazione, assume ancor di più il significato originale: insieme è possibile lottare e riscattare un futuro migliore.

E’ possibile ritrovarci, come allora, uniti per la libertà, rendendo sempre più marginali i distinguo di coloro che, per dividerci, esitano nel condannare apertamente la dittatura fascista o alimentano sospetti, ambiguità, falsità e discredito senza assumersi responsabilità vere.Ricordare è essenzialmente “riportare al cuore”, fare della memoria storica il motivo per agire nel presente e sul futuro.

Non c’è vera memoria senza spinta al cambiamento.

Ricordiamo le Madri e i Padri della nostra Repubblica che con le loro scelte e azioni hanno costruito la Democrazia e il Paese che conosciamo.

Prendiamo esempio da loro per uscire più forti e solidali da questa crisi ridando lavoro, sicurezza e futuro, a noi, e ai nostri figli.
(re.aostanews.it)

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