Incostituzionale la legge della Valle d’Aosta sull’aumento dei tributi per i rifiuiti da fuori regione
Lo ha stabilito la Corte costituzionale, chiamata a esprimersi sulla questione di legittimità dell'articolo 10 della legge regionale n°8 del 13 luglio 2020 (assestamento al bilancio di previsione per il 2020)
L’aumento dei tributi per i rifiuti non pericolosi provenienti da altre regioni e smaltiti in Valle d’Aosta è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte costituzionale, chiamata a esprimersi sulla questione di legittimità dell’articolo 10 della legge regionale n°8 del 13 luglio 2020 (assestamento al bilancio di previsione per il 2020).
Secondo i giudici della Consulta, «innanzitutto va rilevato che la differenziazione del prelievo in ragione della provenienza regionale o extraregionale del rifiuto non solo non trova giustificazione nei valori costituzionali della tutela ambientale e della salute, ma addirittura si pone in contrasto con essi perché comporterebbe una maggiore movimentazione dei rifiuti sul territorio nazionale».
Un argomentazione che «sarebbe già sufficiente per l’accoglimento della questione». Tuttavia – si legge nella sentenza -, «è evidente che la norma impugnata, determinando un ostacolo fiscale alla libera circolazione delle merci, non è neppure riconducibile a un esercizio legittimo delle competenze regionali, perché queste non possono alterare in peius gli standard ambientali statali».
Le censure statali s’incentravano «sulle voci della nuova Tabella con le quali viene stabilito che» per i «rifiuti speciali non pericolosi ammessi allo smaltimento in discariche per inerti prodotti in Regione» il tributo è dovuto nella misura di euro 10,00 per tonnellata e che per i «Rifiuti speciali non pericolosi ammessi allo smaltimento in discarica per inerti provenienti da fuori Regione» il tributo è dovuto nella misura di euro 25,82 per tonnellata.
QUI il testo integrale della sentenza.
(f.d.)