Morti sul lavoro, i sindacati si mobilitano al motto di “fermiamo le stragi”
Lavoro
di Danila Chenal  
il 20/05/2021

Morti sul lavoro, i sindacati si mobilitano al motto di “fermiamo le stragi”

Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato nella mattinata di oggi, giovedì 20 maggio, in piazza Deffeyes

Morti sul lavoro, i sindacati si mobilitano al motto di “fermiamo le stragi”. Alzano la voce Cgil, Cisl e Uil che, giovedì 20 mattina in place Deffeyes, hanno dato il via al tris di manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito a un tema troppo spesso dimenticato.

Qui Cgil

«Perché parlare di sicurezza in questo momento»? si chiede in maniera retorica la segretaria della Cgil Valle d’Aosta, Vilma Gaillard. E la risposta è presto data. «Con la ripresa e l’allentamento della morsa della pandemia, è necessario fare un ragionamento puntuale e una forte sensibilizzazione perché, soprattutto a livello nazionale, si continua a morire di lavoro – esclama Gaillard -. I dati sono chiari e al di là dei casi eclatanti delle ultime settimane, parlano, nel 2020, di 3 morti al giorno e oltre 1.500 infortuni».

La Valle non se la passa meglio, «visto l’aumento del numero di infortuni, legati principalmente al Covid – sottolinea ancora la segretaria Cgil -. In un momento in cui si parla di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il lavoro è al centro, bisogna riaffermare il valore valore aggiunto della sicurezza. È un investimento, non un costo».

La scelta del 20 maggio non è casuale. «È una data simbolica, che ricorda la firma dello Statuto dei lavoratori – continua Gaillard -. La legge ha avuto poi un suo percorso fino al testo unico, ma questo ha iniziato a declinare il ruolo delle rappresentazioni sindacali, il controllo e la valorizzazione della sicurezza in azienda».

E continua. «Ci sono ancora troppi morti – conclude -, per questo bisogna valorizzare il controllo sindacale e la valorizzazione del tema della sicurezza in azienda. Noi lo facciamo attivando a livello nazionale una campagna di sensibilizzazione».

Qui Uil

«È importante ripartire con la cultura e la sicurezza del lavoro» esclama la segretaria Uil Valle d’Aosta, Ramira Bizzotto. E il modo di procedere è chiaro. «Bisogna investire, usando le risorse a disposizione e i fondi europei – continua Bizzotto -. I giovani saranno i lavoratori e gli imprenditori del futuro e bisogna trasmettere loro l’idea della sicurezza e della tutela. Servono un protocollo, investimenti per i responsabili della sicurezza; insomma, dobbiamo far capire che i lavoratori sani costano meno, mentre gli infortuni, anche invalidanti, fanno perdere persino la dignità». Un fatto è fondamentale. «In questo anno è mancata la sensibilità sul tema – conclude Bizzotto -. Non possiamo tornare agli anni ’60, al cottimo. Dobbiamo rivedere gli orari e i carichi di lavoro, bisogna capire che non si può fare profitto sulla pelle dei lavoratori».

Qui Cisl

Comincia con un «pensiero alle vittime sul lavoro e alle loro famiglie» il discorso di Jean Dondeynaz, segretario regionale della Cisl.

«Siamo qui per sensibilizzare – attacca -. Servono accordi, sinergie, occorre mettere in rete lavoratori, datori, scuola e istituzioni per limitare questi tragici avvenimenti». Insomma, l’idea è quella di invertire il trend. «Serve un passaggio culturale, diciamo epocale – continua Dondeynaz -. Bisogna iniziare dal rispetto delle regole base per le attività lavorative». E la situazione in Valle? «Pesante anche qui, ma tutto sommato positiva rispetto ad altre realtà – conclude -. Le aziende, però, devono continuare a investire e non devono abbassare la guardia, perché quando questo accade succede l’irreparabile. La ripartenza, insomma, non deve essere frettolosa».

Gli altri appuntamenti

E la mobilitazione non finisce qui. Il 24 maggio, sempre alle 10, i sindacati saranno alla Pépinières di Aosta, mentre il 28 il presidio si sposterà alla Cogne. «Partiamo dalla prefettura, per poi spostare l’attenzione su edilizia e industria, i luoghi più caratterizzanti in materia di infortuni sul lavoro» concludono i sindacati.
(Alessandro Bianchet)

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