Sentenza Casinò e “incompatibilità” dei condannati: ognuno rimane al proprio posto almeno fino all’autunno
Secondo fonti accreditate, gli eventuali sviluppi della condanna comminata dai giudici contabili si vedranno solamente a fine settembre, quando i condannati attualmente in carica saranno costretti a scegliere cosa fare: estinguere il debito o abbandonare lo scranno
I sei politici che siedono in Consiglio Valle condannati dalla terza sezione centrale d’appello della Corte dei conti per i finanziamenti al Casinò de la Vallée hanno almeno fino alla fine dell’estate per risarcire la Regione autonoma Valle d’Aosta ed evitare di finire fuori da Palazzo per incompatibilità. Secondo fonti accreditate – riportate da Gazzetta Matin nell’edizion di lunedì 9 agosto -, gli eventuali sviluppi della condanna comminata dai giudici contabili si vedranno solamente a fine settembre, quando i condannati attualmente in carica saranno costretti a scegliere cosa fare: estinguere il debito o abbandonare lo scranno (e pagare comunque ma senza gli stringenti limiti temporali previsti dalla legge regionale per gli eletti). Il motivo? Tempi tecnici.
La procedura
La sezione giurisdizionale aostana della Corte dei conti è ancora in attesa di ricevere la sentenza con“formula esecutiva”, cioè una copia unica (timbrata e firmata dal presidente del Collegio) valida come titolo di credito. Tale documento passerà quindi nelle mani dell’Avvocatura regionale, la quale dovrà occuparsi di riscuotere il credito che la Regione vanta nei confronti dei condannati: Augusto Rollandin, Mauro Baccega ed Ego Perron devono versare 2,4 milioni di euro ciascuno, mentre Aurelio Marguerettaz, Marco Viérin, LucaBianchi, Stefano Borrello, Joel Farcoz, David Follien, Antonio Fosson, Giuseppe Isabellon, Leonardo La Torre, André Lanièce, Pierluigi Marquis, Marilena Péaquin, Claudio Restano, Emily Rini e Renzo Testolin, dovranno rifondere 586mila euro a testa. Un totale di 16 milioni di euro.
Chi non paga è fuori
E qui la vicenda si complica, soprattutto per i sei (Rollandin, Baccega, Testolin, Marguerettaz, Marquis e Restano) che attualmente siedono in piazza Deffeyes. Questi ultimi, infatti, devono pagare anche per evitare di finire fuori da Palazzo. La legge regionale n.20 del 2007, infatti, prevede che «non sono compatibili con la carica di consigliere regionale (..) coloro che hanno lite pendente con la Regione in quanto parte in un procedimento conseguente o promosso a seguito di un giudizio definito con sentenza passata in giudicato», così come «coloro che, avendo un debito liquido ed esigibile verso la Regione, sono stati legalmente messi in mora». E, continua la norma, «le cause di incompatibilità comportano la decadenza dalla carica di consigliere regionale se non sono rimosse nei termini» previsti.
Quali? Non appena la Regione accerta che un politico non intende (o non può, magari a causa delle eccedenze rispetto a quanto già sequestrato o perché non assicurato o con un massimale insufficiente) pagare, il presidente del Consiglio regionale, entro 10 giorni, deve inviare al soggetto in questione una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno «e con invito a presentare eventuali controdeduzioni e a rimuovere le cause di ineleggibilità o di incompatibilità sopravvenute».
Il debitore ha quindi 10 giorni di tempo per fornire motivazioni valide o pagare; se non lo fa, entro altri 10 giorni il Consiglio dichiara decaduto il consigliere in questione.
Tempi lunghi ma c’è fretta
Ma qui c’è un altro problema: in tutto questo tempo,la copertura assicurativa (sempre che ci sia e sempre che sia sufficiente) potrebbe rappresentare l’unico paracadute, anche perché la procedura di pignoramento dei beni è lunga e complessa. In aggiunta, l’Avvocatura ha ricevuto solamente negli scorsi giorni documenti relativi ai sequestri disposti dalla Procura regionale nel 2018.
Insomma, anche se i tempi per assistere agli eventuali effetti della sentenza sul Consiglio Valle non sono brevi, i politici condannati(soprattutto gli attuali eletti) devono decidere come procedere.
(f.d.)