Tentata concussione, assolta Donatella D’Anna: la Procura ricorre in Appello
Assolta in primo grado con formula piena, era accusata di aver fatto pressioni sulla Polizia locale per farsi annullare una multa per divieto di sosta
La Procura di Aosta ha deciso di ricorrere in Appello contro la sentenza con cui il giudice dell’udienza preliminare, Davide Paladino, aveva assolto con formula piena l’allora segretaria comunale di Saint-Vincent e Châtillon, Donatella D’Anna.
«In considerazione degli elementi» finiti nel fascicolo processuale «che inducono a ritenere il teste Casavola (comandante della stazione della Polizia locale di Saint-Vincent ndr) non del tutto neutro rispetto alla vicenda» e «dato atto dell’assenza di altri elementi di carattere istruttorio che corroborino la versione di quest’ultimo», non è «possibile giungere a un accertamento al di là di ogni ragionevole dubbio circa il presunto» episodio contestato dalla Procura. Questa la motivazione della decisione del gup, scritta nero su bianco nella sentenza.
La vicenda
D’Anna (difesa dall’avvocato Corrado Bellora) era imputata per tentata concussione. La vicenda era nata da una relazione di servizio del comandante della Polizia locale Nicola Casavola, secondo cui nel dicembre del 2019 D’Anna lo aveva convocato intimandogli di toglierle una multa per divieto di sosta (da circa 40 euro) risalente a settembre. In caso contrario, sempre secondo il comandante, la segretaria comunale avrebbe minacciato di aprire un procedimento disciplinare.
Interrogata dal gip nel corso delle indagini, D’Anna aveva smentito di aver mai minacciato procedimenti disciplinari, anche perché «la titolarità del potere disciplinare è solo in capo al comandante del Corpo. Io non avrei avuto titolo a elevare alcuna sanzione disciplinare». E prima di ricostruire cronologicamente i fatti, aveva aggiunto: «Non ho mai usato il mio ruolo per ottenere dei favori».
Secondo il giudice Paladino «la versione resa dalla donna appare, sul piano squisitamente logico, maggiormente coerente rispetto agli altri dati processuali». E, aveva scritto il gup, «i fatti vanno inquadrati sullo sfondo di una accesa conflittualità esistente tra» D’Anna «e il Corpo di polizia municipale, che risulta evidente dagli atti del procedimento».
L’Appello
Un’impostazione, quella del giudice, non condivisa dalla Procura della Repubblica di Aosta. Motivo per cui il sostituto procuratore Luca Ceccanti ha deciso di proporre Appello.
Secondo il pm, le conclusioni del gup «non meritano la benché minima condivisione» in quanto «sfornite di plausibilità logica» e «contraddette dalle circostanze emerse nel corso delle indagini». Tra le altre cose, il pm evidenzia come Casavola non fosse un testimone, ma il destinatario di presunte minacce e, in qualità di pubblico ufficiale, era anche tenuto a denunciare la vicenda; come ha fatto.
In aggiunta, sempre per la Procura, il comandante della Polizia locale non aveva alcun movente calunniatorio.
(f.d.)