Casinò, sentenza Corte dei Conti per Marquis produce «gravi effetti sui livelli personale e politico»
Secondo il parere del professor Giovanni Guzzetta la «Corte dei Conti, nel giudizio de quo, ha agito in carenza assoluta di potere ledendo le attribuzioni costituzionali della Regione»
Casinò: la sentenza della Corte dei Conti produce gravi effetti su due livelli: quello personale e quello politico. A sostenerlo in aula il consigliere di Av-Sa Pierluigi Marquis, introducendo il tema del Consiglio Valle straordinario dove si discuterà la tutela delle prerogative costituzionali e funzioni del Consiglio regionale e dei Consiglieri alla luce della sentenza della Corte dei Conti che ha condannato 18 consiglieri ed ex consiglieri regionali al risarcimento di 16 milioni di euro per i finanziamenti al Casinò de la Vallée. Secondo il parere del professore Giovanni Guzzetta, al quale i consiglieri condannati hanno richiesto un parere, la «Corte dei Conti, nel giudizio de quo, ha agito in carenza assoluta di potere ledendo le attribuzioni costituzionali della Regione». Sulla base del parere è stata stilata una risoluzione che sarà sottoposta al voto dell’aula.
La sfera personale
Sulla sfera personale e umana incide, e dico ingiustamente, su 18 consiglieri ed ex consiglieri regionali che si sono assunti la responsabilità, così come espressamente previsto dal mandato politico all’epoca ricevuto, di sostenere in una fase delicata della sua storia la “Casa da gioco”. Nella fattispecie, la causa scaturente la sentenza è l’approvazione della delibera della giunta regionale del 23 ottobre 2014. I consiglieri coinvolti, infatti, avranno tutte le possibilità di adire la Corte di Cassazione, anche singolarmente, per fare valere i propri diritti e le proprie ragioni».
La sfera politica
Detto questo quanto alla sfera di nostro interesse in questo momento, ovvero quella politica, l’attenzione va doverosamente dedicata al riverbero che questa sentenza ha e avrà sullo status e sull’esercizio delle funzioni del Consigliere regionale e quindi, in definitiva, sul funzionamento e sulla stessa ragion d’essere delle assemblee legislative regionali. E per quanto ci riguarda, la vicenda assume una valenza ancor maggiore considerando lo Statuto speciale di Autonomia attribuito alla nostra Regione da apposita legge costituzionale. In particolare, nella fattispecie desta preoccupazione la mortificazione dell’istituto dell’insindacabilità, ovvero la guarentigia prevista dall’art. 24 del nostro Statuto. Una guarentigia dall’estensione più limitata rispetto a quella a disposizione dei Parlamentari ma comunque finalizzata a garantire la copertura e piena autonomia nelle scelte politiche connesse al mandato di consigliere.In sintesi, la sentenza produce pregiudizio alla futura ‘amministrabilità’ della nostra regione.
Il parere di Guzzetta
In forza di questa preoccupazione, i gruppi consiliari si sono fatti carico di acquisire il parere tecnico predisposto dal professore avvocato Giovanni Guzzetta, giurista di indiscussa competenza e professionalità, reso a disposizione dell’aula, che ben inquadra la sentenza sotto il profilo costituzionale e statutario e che indica i possibili profili di lesione dell’Autonomia speciale valdostana, garantita da norma di rango costituzionale.
Ciò premesso, preso atto della sentenza della Terza Sezione Centrale di Appello della Corte dei Conti, ora occorre chiarire bene a tutti, a scanso di equivoci e per meglio inquadrare la vicenda e le responsabilità attribuite ai singoli consiglieri regionali, che nel caso di specie siamo di fronte a un atto di indirizzo politico, ovvero una deliberazione assunta dalla massima assemblea legislativa e decisionale della Regione, sostenuto all’epoca da un’intera maggioranza politica contrastato da soli due voti contrari, preso su proposta e richiesta della governance della Casinò de la Vallée Spa, con parere peraltro positivo del collegio sindacale della società.
Tra l’altro, occorre ancora ricordare come, nonostante la disciplina sia di rango costituzionale sia di rango ordinario non sottragga le Regioni a statuto speciale ai poteri della Corte dei Conti, degli organi consultivi e/o di controllo intervenuti nella vicenda, nessuno ha mai formulato alcun rilievo né di forma né di merito nell’ambito degli approfondimenti pur copiosamente effettuati a seguito dell’adozione della deliberazione in questione. E in primis, tanto per essere chiari e non criptici, mi riferisco alla Sezione di controllo della Corte dei Conti, che negli anni tra il 2012 e il 2015, mai ha sollevato alcunché sulla materia.
Insindacabilità
Tornando per un attimo al tema dell’insindacabilità, tema centrale nella sua estrema attualità, non si può non notare come dalla sentenza emergano elementi di forte preoccupazione per il ruolo politico degli eletti, arrivando addirittura a prefigurare, così come affermato Guzzetta nel parere a noi reso, che l’insindacabilità e la sindacabilità degli atti non abbiano affatto confini netti una dall’altra, potendosi allargare o restringere a seconda delle singole sentenze pronunciate dai diversi organi giurisdizionali. Prova ne è che, nel caso di specie, la stessa Corte dei Conti ha speso unicamente riferimenti giurisprudenziali a sostegno della sua interpretazione, omettendo di riferire su tutti gli altri.
Le conclusioni di Guzzetta
«Si deve ritenere che il voto espresso dai consiglieri in approvazione della predetta delibera sia da considerarsi, in una ragionevole applicazione dei principi posti dalla giurisprudenza costituzionale, coperto dalla garanzia di cui all’art. 24 dello Statuto della Regione Autonoma Valle d’Aosta e che pertanto la Corte dei Conti, nel giudizio de quo, abbia agito in carenza assoluta di potere ledendo le attribuzioni costituzionali della Regione che, ai termini dell’art. 134 della Costituzione, possono essere tutelate nella forma del conflitto di attribuzione tra Regione e Stato».
Sulla base del parere è stata stilata una risoluzione che sarà sottoposta al voto dell’aula.
(re.aostanews.it)