Fontina: caccia a quella fake in Ecuador e raggi X per la qualità
La produzione è in lieve aumento, circa 450 mila forme; in aiuto dei tecnici marchiatori potrebbe arrivare la tecnologia a raggi X. Il Consorzio Produttori e tutela della Dop Fontina investe in promozione e tutela del marchio anche grazie a un accordo con il Consorzio Parmigiano Reggiano.
Dalle azioni di tutela dalla ‘Fontina ecuadoriana’ al robusto piano promozionale.
Dalla produzione in lieve aumento al rallentamento del mercato, alle nuove tecnologie che potrebbero esaltare la qualità aiutando il lavoro dei marchiatori.
Sarà un autunno di novità per il Consorzio produttori e tutela della Dop Fontina che dal 1957 (anche se in verità è nato nel 1952) garantisce un formaggio conforme al disciplinare di produzione, occupandosi anche dell’immagine, della vigilanza e della tutela del marchio e raccogliendo 169 soci.
Il principale, il Consorzio Produttori Latte e Fontina copre il 58% della produzione di Fontina Dop.
La Fontina ecuadoriana
Tutela, tasto dolente.
«A livello internazionale stiamo combattendo una battaglia con l’Ecuador, dove non vendiamo un etto di Fontina ma dove un’azienda produce Floralp Fontina (ma anche Floralp Parmesano, Floralp gruyère, floralp raclette, ndr) – spiega il presidente del Consorzio Andrea Barmaz -.
Ci appoggiamo a uno studio legale che ha consulenti in America del Sud perchè se anche in quel Paese il nostro mercato è inesistente, dobbiamo tutelare il marchio, c’è il pericolo di usurpazione della denominazione protetta» -.
La vigilanza
Grazie a una convenzione con il colosso Consorzio Parmigiano Reggiano, le azioni di vigilanza sulla Fontina sono decisamente aumentate.
«La vigilanza è sempre stata fatta, ma invero un po’ al risparmio – commenta Barmaz -.
Così abbiamo deciso di investire per far sì che in tutta Italia, qualcuno controlli davvero i tentativi di frode o di imitazione.
Per questo abbiamo firmato la convezione con i tre agenti vigilatori del Parmigiano Reggiano che girano il bel Paese in lungo e in largo, segnalando le irregolarità e dove necessario, procedendo con le segnalazioni per frode e dando il via al procedimento per le sanzioni, sia per il Parmigiano che per la Fontina Dop».
La Floralp Fontina venduta in Sud America
La produzione
Nel 2020, la produzione è rimasta in linea con gli anni precedenti, circa 425 mila forme (da circa 9 kg di peso ciascuna).
Nel 2021 la produzione è aumentata, il 6% in più, come dire 22-23 mila forme.
«Noi non ci occupiamo di commercializzazione ma il 2020, nonostante il lockdown e la coda dell’emergenza sanitaria sembra essere andato meglio di questo 2021 un po’ rallentato».
Promozione del marchio
La necessità di rafforzare l’identità del marchio e del territorio era già emersa durante una vecchia indagine di mercato commissionata dal Consorzio; metà degli intervistati non sapeva riconoscere la Fontina neppure dal punto di vista visivo e non la collegava alla Valle d’Aosta, pur nel Nord-Ovest, dove il mercato è molto buono.
«La Fontina ha bisogno di una comunicazione mirata.
Lo faremo con un piano promozionale finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale e con un investimento cospicuo di 665 mila euro nel biennio 2021/2022.
Se 445 mila euro arriveranno da fondi europei, il restante 30%, circa 200 mila euro lo metteranno i produttori – annuncia Andrea Barmaz –; una prima volta interessante che avverrà attraverso una sorta di autotassazione su ciascuna forma.
Al di là dei fondi del PSR, contiamo di proseguire su questa strada in modo autonomo, continuando a investire su una promozione efficace del marchio.
Potremo contare su un nuovo sito Internet, su una campagna social su Facebook e Instagram, spot televisivi nel periodo natalizio e pasquale e su una campagna di comunicazione regionale e nazionale.
Abbiamo investito anche nei ricettari, nelle video ricette, nei gadgets e abbiamo preparato e raccolto materiale video e foto che potremo utilizzare nel tempo, anche se oggi, la comunicazione via social cannibalizza in fretta ogni contenuto».
L’obiettivo è di riuscire a incidere sul prezzo, «contiamo su una ricaduta che valorizzi la produzione della Fontina Dop – precisa Barmaz -.
Non si tratta di aumentare le vendite, siamo legati al numero delle bovine e al foraggio dei pascoli di montagna che hanno superfici limitate».
Tecnologia e marchiatura
Quattro tecnici marchiatori battono una a una le 425 mila forme di Fontina prodotte ogni anno.
Nonostante i controlli, non procedendo al taglio, qualche forma, una volta tagliata e porzionata, non è di qualità.
«Stiamo valutando di ricorrere al supporto di apparecchiature che attraverso i raggi X ‘vedono’ attraverso la crosta e la pasta – spiega il presidente -.
Così, ricorrendo alla tecnologia, la selezione potrebbe essere ancora più accurata e il rischio di un prodotto non di qualità ridotto al minimo».
Agli associati, oltre alla marchiatura, il Consorzio offre un supporto tecnico in materia di qualità del formaggio, grazie all’intervento degli esperti dell’Institut Agricole Régional, «la marchiatura è molto severa, ma necessaria proprio per evitare cadute di qualità».
Nella foto grande in alto, la marchiatura della Dop Fontina.
(cinzia timpano)