Ddl Zan, torce e bandiere arcobaleno all’Arco per gridare «vergogna!»
Flash mob in piazza Arco d'Augusto per protestare contro l'affossamento del Ddl Zan al Senato con Arcigay - Queer VdA e tante persone solidali
Ddl Zan, torce e bandiere arcobaleno all’Arco per gridare «vergogna!».
Flash mob in piazza Arco d’Augusto questa sera, venerdì 29 ottobre, per protestare contro l’affossamento del Ddl Zan al Senato con Arcigay – Queer VdA e tante persone solidali.
Oltre un centinaio le persone che hanno cercato di portare luce, calore e colori nel buio della sera e tra «le tenebre che stanno arrivando in Italia in questi giorni, come in Polonia e Ungheria» partecipando al flash mob organizzato dall’associazione Arcigay – Queer VdA.
Tra gli interventi delle rappresentanti e dei rappresentanti delle associazioni coinvolte, Arcigay – Queer VdA e Non una di meno VdA, anche la voce di alcuni giovani che hanno gridato rivendicando il diritto di amare chi vogliono, di abbracciare la propria ragazza o il proprio ragazzo senza temere un’aggressione, di essere, semplicemente, chi siamo.
«Non è una legge che parla di cose astratte, parla di noi che rischiamo ogni volta di essere picchiati, insultati, aggrediti, a volte anche uccisi per una cosa che non possiamo scegliere, per come siamo. E oltre a essere orgogliosi di come siamo, vogliamo vivere nel rispetto dei nostri diritti, che sono diritti umani» ha sottolineato il presidente di Arcigay – Queer VdA, Giulio Gasperini.
Oltre un centinaio i partecipanti al flash mob di Arcigay – Queer VdA
«Questa legge, per quanto non fosse abbastanza, diceva comunque che insultare una donna in quanto donna, un gay in quanto gay è e dovrebbe essere sempre un reato – ha detto Viviana Rosi di Non una di meno VdA -, invece quello che è stato sancito in questi giorni in Italia è che non è un reato, che c’è la libertà di insulto, che non è la libertà di pensiero».
«Sono vent’anni che combattiamo perché ci sia una legge che consenta alle persone di amare chi vogliono e sono vent’anni che queste leggi vengono respinte» ha aggiunto Rosi.
Gasperini si è rivolto ai partecipanti, ringraziandoli. «Grazie per essere qui pur non appartenendo alla comunità Lgbtq+ perché questo vuol dire che abbiamo alleanza ed è questo che ci serve. Dobbiamo portare avanti queste battaglie anche per chi ha la sicurezza di non rischiare l’incolumità per chi ama».
«Già il Ddl Zan era una legge al ribasso – ha proseguito Gasperini -, perché escludeva molti componenti della comunità, era già un compromesso al ribasso. Accettare altri compromessi sarebbe stato come 2016, accettare una legge sulle unioni civili discriminante, perché la nostra legge civile non è un matrimonio».
«Adesso basta! Nel 2021 l’Italia è uno dei pochi paesi che non ha ancora una legge che tutela le persone in base all’identità di genere e all’orientamento sessuale».
«A questo punto vogliamo molto più di Zan – ha gridato Gasperini -, a questo punto rivendichiamo il matrimonio egualitario, rivendichiamo le adozioni, rivendichiamo una riforma della 164! A questo punto non ci basta più il compromesso, a questo punto vogliamo tutto!» ha sottolineato tra gli applausi.
«Rimane solo una cosa da dire tutti insieme – ha concluso – gridiamo vergogna, e facciamo un po’ di luce su queste tenebre che stanno arrivando in Italia come in Polonia e Ungheria».
(erika david)