Fulvio Valbusa in Valle d’Aosta per presentare Randagio
Il campione olimpico di Torino 2006 sarà questa sera all'auditorium di Morgex e domani pomeriggio al castello Le Boniface d'Avise
Fulvio Valbusa è in Valle d’Aosta per presentare il suo libro Randagio.
Il campione del fondo azzurro e attuale commentatore tecnico degli sci stretti di Eurosport (dove compone un’affiatata coppia con Silvano Gadin) oggi alle 11 sarà ospite del Liceo Linguistico di Courmayeur.
In serata, poi, si trasferirà all’auditorium di Morgex e domani pomeriggio parlerà al castello Le Boniface d’Avise.
L’ingresso è libero ed è subordinato all’esibizione del green pass.
Fulvio Valbusa in Valle d’Aosta per presentare Randagio
L’appuntamento di questa sera alle 20 è all’auditorium di Morgex.
Valbusa presenterà il suo libro insieme a Silvano Gadin e Marco Albarello.
Domani alle 18, invece, l’evento sarà ospitato dal castello Le Boniface d’Avise.
Valbusa: «Tornare in Valle d’Aosta è una gioia»
«Tornare in Valle d’Aosta è una gioia – racconta Valbusa -. Quando ho fato la naja, visto che ero atleta, mi hanno mandato al Centro Sportivo Esercito di Courmayeur. Sono arrivato alla caserma Perenni ed è stato come sognare. Prima di arruolarmi, per mantenere la mia passione per il fondo, avevo fatto diversi mestieri – il macellaio, il salumiere – e mi sembrava impossibile che un atleta potesse fare soltanto quello. Ho subito legato con Gaudenzio Godioz, che è diventato come un fratello per me».
Avendo già partecipato al bando di arruolamento per un altro gruppo sportivo, Valbusa ha poi lasciato l’Esercito per accasarsi alla Forestale, dove è rimasto una volta appesi gli sci stretti al chiodo. Attività, quella di guardia forestale, alla quale, negli ultimi anni, ha abbinato quella di commentatore televisivo, facendo breccia nel cuore degli appassionati per la capacità di abbinare una innegabile competenza a schiettezza e simpatia.
Valbusa: «Randagio è un’autobiografia atipica»
Proprio quella schiettezza che l’ha portato a non nascondersi scrivendo il libro con Serena Marchi.
Randagio, edito da Fandango Libri, racconta in 254 pagine i primi 52 anni di questo istrionico e tosto veneto di Bosco Chiesanuova.
«È un’autobiografia atipica, di sportivo non c’è tanto, meno di 40 pagine – aggiunge Valbusa -. L’idea è nata quando mi hanno organizzato una festa a sorpresa per i miei 50 anni. Il compleanno, per me, ha perso significato quando, a 15 anni, è mancato mio fratello gemello. Trovarmi al centro della festa mi ha fatto pensare che chi mi stava accanto non aveva compreso chi ero realmente; Serena Marchi ha capito che dentro avevo un libro e insieme l’abbiamo tirato fuori. È stata una sfida complicata, dura, lei è stata brava a fondersi nel personaggio, anche se a un certo punto ha rischiato di rimanerci schiacciata sotto; la sincerità è il filo conduttore, non ho avuto paura di raccontare i dettagli più imbarazzanti o quelli più sconvenienti e ne è uscito un libro genuino, schietto. Con lei mi sono aperto, ho detto tutto, ci sono parti molto forti, dolorose, coinvolgenti».
Fulvio Valbusa e il lupo: «Mi sono innamorato dell’animale la prima volta che ci siamo guardati negli occhi»
E nei capitoli dedicati al Valbusa guardia forestale entra in scena un personaggio quantomai attuale: il lupo.
«Mi sono innamorato dell’animale la prima volta che ci siamo guardati negli occhi – racconta Bubu -. Quando ci vivi insieme, capisci che il lupo è il lupo, da quando esiste si comporta così e non cambierà mai. Per me ha significato la rinascita a una seconda vita, il primo incontro mi è rimasto dentro, mi ha trasmesso la sua semplicità, la capacità a rimanere fedele alla sua natura, senza cambiare come una bandiera al vento. L’impatto che ha il suo avvento su un territorio è indubbiamente forte, ma è l’uomo a dover modificare le sue abitudini, perché il lupo non lo farà mai».
(davide pellegrino)