Case popolari: passa una mozione per rivedere le regole
Il compito sarà affidato alla quinta Commissione consiliare
Case popolari: passa una mozione per rivedere le regole. Affrontare a tutto tondo i temi legati alle problematiche abitative nell’edilizia pubblica residenziale. Con questo obiettivo è stata votata con l’astensione delle consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli la mozione che lo prevede.
«La sostanza è nell’impegnativa. Il confronto in commissione ci porterà via parecchio tempo sarà in quella sede che apporteremo le modifiche» ha commentato il consigliere Mauro Baccega firmatario della mozione.
L’intervento
«Una riflessione politica è necessaria, ma affrontare queste tematiche in Commissione è doveroso – ha affermato il Consigliere Mauro Baccega -. Tante sono le questioni aperte: dalle anomalie di interpretazione della normativa alle procedure di decadenza, dalle graduatorie ferme ai risvolti sociali. L’attività di indirizzo e di controllo spetta alla Regione: bisogna iniziare subito, coinvolgendo l’Arer per prima. È un tema molto delicato, da affrontare con le dovute attenzioni: pensiamo alle varie questioni che interessano il Quartiere Cogne di Aosta, al blocco del bando affitti, all’aggiornamento del programma delle opere pubbliche. E sono 573 le famiglie che aspettano una casa popolare. La Regione deve fare la sua parte: dare gli indirizzi, individuare i referenti, valutare l’attività dell’Arer; bisogna prestare attenzione anche agli aspetti sociali».
Fare il punto
Il capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, nel riferire diverse criticità, ha posto l’accento «sull’esigenza di applicare la legge regionale del 2013 sulle politiche abitative. In particolare, sottolineo l’esigenza di provvedere alle procedure di decadenza dall’assegnazione e alla definizione della morosità incolpevole. Nel tempo, si sono anche verificati episodi di vandalismo e certamente, come più volte da noi sottolineato in Aula, vanno fatti più controlli sui comportamenti degli assegnatari. L’auspicio, con l’approvazione della mozione, è di fare il punto e poi provvedere concretamente ai correttivi e agli aggiornamenti. Va però sottolineata una criticità nella stessa mozione: la questione va trattata anche in quinta Commissione, al momento però priva di Presidente».
Prima il bando affitti
«Le politiche abitative sono un settore articolato, vanno affrontate nella loro complessità – ha osservato la Consigliera Chiara Minelli (Pcp) -. In questo momento, la Regione, prima di affrontare le problematiche esplicitate nella mozione, o contestualmente, deve mettere riparo all’ingiustizia del bando affitti del 2018, in cui, come accertato dal Tribunale di Torino, sono previste norme discriminatorie nei confronti dei cittadini stranieri. Nell’ordinanza nei confronti dell’Amministrazione si stabilisce la riapertura del bando agli stranieri e la rettifica di quattro requisiti. Quindi, è corretto fare tutti gli approfondimenti richiesti dalla mozione, ma c’è una sentenza da applicare e su cui riflettere. Si è già aspettato troppo. L’impegnativa, a nostro avviso, è riduttiva rispetto alla complessità della questione, per cui ci asterremo».
L’assessore
L’Assessore alle politiche sociali, Roberto Barmasse, ha sottolineato: «La mozione tratta una tematica con una pluralità di aspetti: occorre una riflessione ad ampio spettro, assumere decisioni e stabilire gli indirizzi per i prossimi anni, con una visione integrata e globale, in sinergia con gli Enti locali e tutti gli attori coinvolti. Sinora, sono stati approvati interventi spot nei vari settori in cui si declinano le politiche abitative, non integrati fra loro. La revisione della legge regionale n. 3/2013 è l’occasione per rivedere il sistema di risposta al bisogno abitativo: in questi anni di applicazione sono emersi nuovi bisogni, sono apparse criticità. Un approccio a tutto tondo, che coinvolge l’Arer, vari assessorati: di certo l’audizione in Commissione rappresenta solo un primo passo».
(re.aostanews.it)