Cisl, manovra finanziaria: a manifestare a Roma anche una delegazione valdostana
Per il segretario Jean Dondeynaz «è occasione storica per voltare pagina»
Cisl, manovra finanziaria: a manifestare a Roma anche una delegazione valdostana.
Non è mancata la rappresentanza valdostana, guidata dal segretario generale della Cisl valdostana Jean Dondeynaz, sabato mattina, 18 dicembre, in Piazza Santi Apostoli a Roma, per la manifestazione nazionale della Cisl “Per lo sviluppo, il lavoro, la coesione: la responsabilità scende in piazza”.
«Consideriamo sbagliato infuocare le relazioni sindacali – commenta Dondeynaz -. Il Paese ha bisogno di unità e protagonismo sociale, di una ricostruzione fatta insieme da tutte le parti sociali. La strada per la Cisl è quella di sempre, nel nome dell’autonomia e della concertazione, di un sindacato pragmatico, di un riformismo vero. Oggi abbiamo un’occasione storica di voltare pagina. Al Paese serve un nuovo modello partecipativo e noi, con responsabilità, siamo pronti a costruirlo».
Una piazza per
«Il popolo della Cisl si è presentato in piazza con la forza delle proprie ragioni e senza totem ideologici. Una voce costruttiva quella della Cisl pronta a sostenere gli importanti risultati raggiunti con le modifiche alla Legge di Bilancio destinate a lavoratori e pensionati e impegnata a migliorare ancora la manovra. Una piazza per e non una piazza contro quella da cui la Cisl rilancia la sua azione. – ha sottolineato il segretario nazionale Luigi Sbarra -. Il Paese ha bisogno di unità e non di conflitto per valorizzare i risultati conquistati nella manovra ma anche per migliorarla ulteriormente, per indicare le nuove priorità dell’agenda sociale, per affermare il profilo di un sindacato costruttivo e partecipativo che vuole essere dentro i processi di cambiamento. Tra i punti cruciali ci sono il fisco e le pensioni, argomenti su cui la Cisl ha dimostrato la concretezza della sua azione.
«Il presidente Draghi, – ha affermato Sbarra – che incontreremo ancora una volta già da lunedì 20 dicembre a Palazzo Chigi, si è dimostrato capace di ascoltare, si è impegnato ad aprire i tavoli sui nodi cruciali del fisco e delle pensioni. E ha saputo cambiare e far progredire la manovra. Non su tutto quello che volevamo. E per questo continueremo a farci sentire. Ma su molto, sì. Con forti elementi espansivi».
«Sfilarsi dai tavoli di trattativa, invece, porta a decisioni unilaterali e isola il mondo del lavoro da scelte strategiche. Certo non sono mancati gli stop and go, e quando il governo ha avuto qualche sbandamento, qualche amnesia, non abbiamo fatto sconti; com’è successo a ottobre con una manovra nata male, insufficiente proprio per la mancanza di coinvolgimento sociale. Per questo ci siamo mobilitati nei luoghi di lavoro e sul territorio. La nostra azione è stata determinata e intransigente; ma dobbiamo essere sinceri: di fronte a noi non c’è stato un muro. Se fosse stato così avremmo fatto di tutto per tirarlo giù, con ogni mezzo a disposizione; e allora sì, lo sciopero generale sarebbe stato non solo giusto, ma doveroso. Però è impossibile dire che sia successo questo».
(re.aostanews.it)