Fipe-Confcommercio: allarme Capodanno, boom di disdette anche in Valle
L'associazione lancia un grido disperato e spera nell'intervento del CTS; rinunce raggiungono il 25-30% del totale
Allarme Capodanno. È quello lanciato da Fipe-Confcommercio, che alla luce dell’impennata di contagi vede un moltiplicarsi di disdette nei pubblici esercizi.
L’allarme
E dire che le festività 2021 si stavano avvicinando secondo le migliori aspettative per la Federazione italiana pubblici esercizi, che vedeva tanti clienti pronti a tornare nei locali.
L’impennata dei contagi, però, pare far rivedere un po’ al ribasso le stime.
Le infezioni degli ultimi giorni e i tempi imposti dalla quarantena stanno facendo moltiplicare le disdette, arrivate circa al 25-30% del totale.
Le stime
Prima di Natale, l’ufficio studi di Fipe-Confcommercio aveva ottenuto dati confortanti, che parlavano di circa 4 milioni di italiani pronti a festeggiare l’ultimo dell’anno nei ristoranti aperti.
Certo, un dato in calo sul 2019, ma una boccata di ossigeno, ovviamente, rispetto al 2020.
Per spingere la ripresa, i ristoratori avevano pensato anche a una riduzione dei prezzi, arrivando a una media di 78 euro a cenone, rispetto agli 80 del 2019, e a una media di 90 euro, contro i 105 del 2019 per cena con brindisi e accompagnamento musicale.
La spesa prevista si attestava sui 325 milioni di euro, a fronte dei 445 milioni spesi due anni fa.
Il commento
«Che ci fosse una flessione rispetto al 2019 era previsto – sottolinea Fipe-Confcommercio -, anche perché sapevamo di dover fare a meno di una larga fetta di turisti stranieri, ma qui siamo di fronte a un quadro inaspettato. Ci sono locali che in tre giorni hanno visto disdire la maggior parte delle prenotazioni, senza riuscire a rimpiazzarle».
Questo è un duro colpo.
«Il mese di dicembre, il più importante dell’anno che da solo vale il 10% del fatturato dei ristoranti, è in buona parte compromesso e si aggiunge a un periodo prolungato di crisi che stava finalmente vedendo una via di uscita – continua Fipe -. Per questo chiediamo al governo di dispensare misure urgenti, come la proroga delle moratorie bancarie e della cassa integrazione».
Questi interventi dovrebbero aiutare i «comparti che stanno soffrendo di più – esclama ancora l’associazione -. Come la ristorazione nei luoghi turistici, quella legata agli eventi o alle feste private o le discoteche e i locali da ballo, letteralmente mortificati dall’ultimo provvedimento che li ha chiusi senza preavviso fino al 31 gennaio».
Fipe-Confcommercio VdA
Difficile, ovviamente, anche la situazione in Valle.
«La situazione sta diventando complicata anche nella nostra Regione – esclama il presidente di Fipe-Confcommercio VdA, Graziano Dominidiato -. Le disdette iniziano a essere importanti e si vanno a sommare alla grossa criticità legata al personale positivo al Covid o in quarantena preventiva».
Dominidiato lancia un appello.
«È importante che oggi il CTS prenda provvedimenti per ridurre la quarantena a coloro che hanno fatto il vaccino con le tre dosi – conclude -, altrimenti si rischia di inchiodare le attività e chiuderle».
(al.bi.)