Covid in Valle d’Aosta, Lavevaz: «godiamoci il ritorno alla libertà, costruiamo la ripartenza»
Il presidente della Regione Erik Lavevaz all'apertura del Consiglio Valle ha fatto il punto della situazione del Covid in Valle d'Aosta
Covid in Valle d’Aosta, Lavevaz: «godiamoci il ritorno alla libertà, costruiamo la ripartenza».
Il presidente della Regione Erik Lavevaz all’apertura del Consiglio Valle ha fatto il punto della situazione del Covid in Valle d’Aosta.
Il presidente Lavevaz ha parlato di rapida discesa della curva dei contagi.
«I numeri di questi giorni confermano la rapida discesa della curva dei contagi. La situazione ospedaliera sta ritrovando normalità, anche se ancora molta attenzione è necessaria: abbiamo ritrovato i numeri da zona bianca, anche se il cambiamento di classificazione avrà bisogno ancora di alcune settimane per essere formalizzato» ha detto il presidente.
«Andiamo verso un quadro nuovo, con l’obbligo di mascherina che da venerdì sarà necessario all’aperto solo in caso di affollamento. Non cediamo insomma all’idea del “libera tutti”, ma godiamoci il ritorno di libertà sempre maggiori e costruiamo la ripartenza insieme» ha concluso Lavevaz.
Question time
Il presidente Lavevaz è stato poi sollecitato dall’interrogazione a risposta immediata del gruppo Lega Vallée d’Aoste su quale strategia sia stata posta in atto per scongiurare l’eventualità della collocazione futura della nostra Regione in “zona rossa” e con quali costi, rispetto alle condizioni contenute nella proposta della Regione Piemonte, di accogliere pazienti Covid in ospedali piemontesi.
Il consigliere Luca Distort ha detto: «Il presidente Lavevaz, a nome e per conto di tutti i valdostani, ha declinato l’offerta pervenuta dal presidente piemontese Alberto Cirio, malgrado i meccanismi statistici che, per natura dei piccoli numeri della nostra regione, rendano particolarmente probabile il passaggio in zona rossa, che scatta al decimo ricovero in rianimazione. Anche se i numeri attuali dei contagi sono in calo, non si possono escludere successive recrudescenze. Chiediamo quindi al Governo quale strategia abbia adottato per scongiurare l’ingresso in zona rossa e con quali costi, rispetto alle condizioni contenute nella proposta della Regione Piemonte.»
Nella sua risposta il presidente ha evidenziato: «I valdostani non sono dei numeri da spostare in ambulanza per rispettare delle questioni statistiche. L’idea di ricoverare alcune persone in terapie intensive piemontesi, lontano dalle loro famiglie, avendo posti liberi in Valle d’Aosta, per non fare scattare la zona rossa, non è una soluzione ed è poco rispettosa dei nostri concittadini: sono stupito che si possa pensare il contrario. Questo è il motivo per cui abbiamo considerato impraticabile l’offerta del presidente Cirio, pur ringraziandolo per la disponibilità e ribadendo l’importanza delle collaborazioni sanitarie tra Regioni.»
Il consigliere Distort ha replicato: «La sua risposta non ci convince. Non credo che per un cittadino di Pont-Saint-Martin sia tanto diverso il suo ricovero ad Ivrea piuttosto che ad Aosta. A noi interessa la buona amministrazione: l’attività dei vari uffici della Regione è indirizzata alla costituzione di accordi con le Regioni vicine e tanto più questo accade in campo sanitario. Questa tendenza discende da un concetto di sana amministrazione. Con il suo “no grazie” lei ha sovvertito questo concetto e ha perso l’occasione di allontanare lo spettro della zona rossa dalla Valle d’Aosta».
«Sono sorpreso dalle prese di posizione, non tanto dei leoni da tastiera, ma anche di alcuni amministratori seduti qui. Ho ringraziato il Piemonte e il presidente Cirio e ho semplicemente detto che la sua proposta non era praticabile. Le motivazioni sono abbastanza semplici: i valdostani non sono numeri, spostati da qui a là» ha terminato il presidente.
(re.aostanews.it)