Fotografia, al Saint Bénin retrospettiva su Robert Doisneau
Le immagini del fotografo francese tornano in Valle d'Aosta dopo il successo dell'esposizione al Forte di Bard nel 2017 dal 5 marzo al 22 maggio
Fotografia, al Saint Bénin retrospettiva su Robert Doisneau.
Le immagini del fotografo francese tornano in Valle d’Aosta dopo il successo dell’esposizione al Forte di Bard nel 2017 dal 5 marzo al 22 maggio.
Non è una prima volta in Valle d’Aosta per il celebre fotografo Robert Doisneau. Le sue immagini dopo essere state protagoniste di Robert Doisneau. Icônes, l’esposizione allestita al Forte di Bard tra dicembre 2016 e maggio 2017, tornano tra le montagne per una retrospettiva che sarà allestita al Centro Saint Bénin dal 5 marzo al 22 maggio 2022.
«Le selezionatissime immagini che il curatore Gabriel Bauret ha scelto per questa mostra provengono dall’Atelier Doisneau di Montrouge, nel sud della capitale francese. Sono immagini empatiche che avvicinano l’osservatore, lo rendono partecipe e non solo spettatore» rivela la dirigente delle Attività espositive Daria Jorioz.
«Robert Doisneau incarna l’immagine del fotografo umanista immerso nella vita della sua città: ne coglie il respiro, le emozioni, le trasformazioni sociali, ne narra la bellezza, le contraddizioni, le storie minime che ne compongono la storia collettiva» aggiunge Jorioz.
«Il fotografo francese cresce insieme alla sua città, la osserva prendendo appunti visivi, la racconta cominciando dalla strada, si specchia nei giochi dei bambini che inventano il loro mondo, narra la condizione a volte ruvida degli adulti. Lo fa sempre con delicatezza e garbo, talvolta con malinconia, spesso con un’ironia sottilmente dissimulata oppure giocosamente evidente».
Le opere in mostra
Tra le opere in mostra non poteva mancare Le Baiser de l’Hotel de Ville, Paris, 1950, immagine celebre e iconica, ritenuta tra le più riprodotte al mondo.
Attorno a questo celeberrimo scatto sono nate diverse storie, compresa una clamorosa rivendicazione di una coppia che nei primi anni ’90 denunciò il fotografo per averla fotografata senza consenso, cosa che spinse Doisneau a rivelare che quello scatto era stato costruito per un servizio per la rivista Life. Il fotografo chiese a una coppia di innamorati di replicare un bacio a favore di obiettivo. I due innamorati erano Françoise Bornet e Jacques Carteaud. I loro nomi restarono nascosto nell’anonimato fino a quel momento.
Il fatto che non sia uno scatto rubato non toglie nulla alla bellezza dell’immagine e a quello che rappresenta.
Robert Doisneau
Robert Doisneau ha sviluppato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni a Montrouge, dove è morto nel 1994, lasciando un’eredità di quasi 450.000 negativi.
Dallo stesso atelier, oggi le sue due figlie contribuiscono alla diffusione e alla divulgazione della sua opera, accogliendo le continue richieste di musei, festival e case editrici.
Nato nel 1912 a Gentilly, una città nella periferia sud di Parigi, Doisneau si forma come litografo per poi innamorarsi della fotografia con un apprendistato nello studio del fotografo André Vigneau.
Come fotografo indipendente lavorerà inizialmente per la pubblicità (e in particolare per l’industria automobilistica), la stampa (tra cui le riviste “Le Point” e in seguito “Vogue”) e l’editoria.
In parallelo, porta avanti i suoi progetti personali, che saranno oggetto di numerose pubblicazioni, a cominciare dall’opera La Banlieue de Paris, uscita nel 1949 e creata in collaborazione con lo scrittore Blaise Cendrars.
La sua traiettoria si incrocia con quelle dei poeti Jacques Prévert e Robert Giraud, dell’attore e violoncellista Maurice Baquet, e poi di Sabine Weiss, Willy Ronis e Édouard Boubat, che insieme a lui formeranno una corrente estetica spesso definita “umanista”.
Nel 1983 gli viene assegnato il “Grand Prix national de la photographie”, a consacrazione di un’opera estremamente ricca e densa.
(e.d.)