Sanità: cardiologo valdostano protagonista in un intervento salvavita all’avanguardia
L'équipe guidata dal cardiologo di Saint-Vincent Elvis Brscic è intervenuto su un paziente che, in lista per il trapianto di polmoni, ha scoperto di avere un grave problema al cuore.
Sanità d’eccellenza: cardiologo valdostano protagonista in un intervento salvavita all’avanguardia.
Un approccio non chirurgico, senza anestesia generale, attraverso un’angioplastica coronarica complessa, con l’ausilio dell’assistenza circolatoria extracorporea.
L’équipe guidata dal cardiologo valdostano Elvis Brscic e collega Roberto Garbo è intervenuta su un paziente sul quale la chirurgia tradizionale sarebbe stata troppo rischiosa al Maria Pia Hospital di Torino, struttura di alta specialità accreditata con il servizio sanitario nazionale.
Durante la visita cardiologica pre trapianto polmonare, un paziente di 62 anni ha scoperto un grave danno ai polmoni, una fibrosi polmonare irreversibile, eredità del Covid contratto a primavera 2020.
Una condizione grave, degenerata fino a causare la perdita della funzionalità dei polmoni e la necessità di ricorrere all’ossigeno in maniera costante, portandolo a essere un candidato per il trapianto.
A distanza di qualche mese, il paziente sta bene ed è oggi in grado di affrontare il trapianto dei polmoni.
«Il paziente presentava una coronaropatia estremamente complessa, con interessamento di tutte e tre le coronarie – commenta il dottor Elvis Brscic, specialista in Cardiologia Interventistica al Maria Pia Hospital di Torino.
Il rischio cardiochirurgico era proibitivo per un intervento tradizionale di bypass perché nei pazienti con insufficienza respiratoria grave l’intubazione per la ventilazione assistita necessaria durante l’intervento chirurgico aumenta in maniera significativa il rischio di polmoniti e lo sviluppo di dipendenza da ventilatore».
L’équipe del dottor Brscic in collaborazione con il dottor Roberto Garbo, cardiologo esperto in angioplastiche coronariche complesse, hanno pertanto elaborato una strategia che permettesse il trattamento della complessa patologia coronarica mediante un approccio non chirurgico e senza necessità di anestesia generale.
«Il paziente aveva bisogno di una rivascolarizzazione salvavita, condizione necessaria anche per rientrare in lista trapianti – ha spiegato il dottor Roberto Garbo –.
Lo studio del caso ci ha portato ad adottare un approccio percutaneo, tramite un’angioplastica coronarica complessa con impianto di stent medicati e, per supportare la funzionalità di cuore e polmoni ovviando così alle problematiche respiratorie, ci siamo avvalsi dell’utilizzo di un ECMO per l’assistenza circolatoria ventricolare extracorporea, una combinazione con un carattere di eccezionalità in ambito interventistico».
L’impossibilità di sottoporre il paziente ad anestesia generale rappresentava un ulteriore elemento di complessità: la procedura percutanea è stata eseguita attraverso accessi dall’arteria femorale, in anestesia locale, con il paziente sveglio.
«L’intervento è stato estremamente lungo ma gestito efficacemente a quattro mani grazie proprio all’abbinamento della rivascolarizzazione mediante angioplastica con l’ECMO – ha commentato il dottor Elvis Brscic –. Dopo sole 48 ore di degenza il 62enne è stato dimesso, con indicazione a seguire una terapia antiaggregante».
(re.aostanews.it)